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ITINERARI

Altavia e Blueways Dei Berici

Altavia e Blueways Dei Berici

I Colli Berici sono un macrocosmo solo in parte e da pochi conosciuto, tutt’oggi purtroppo sconosciuto ai più. Non hanno nulla da invidiare alle mete turistiche più rinomate: gli itinerari da noi studiati per scoprirli sono in parte immersi in una natura rigogliosa e talvolta selvaggia, in parte si sviluppano su tracciati tranquilli e stradine a bassissimo traffico. Sono disseminati di arte: ville, oratori, chiesette e siti di indubbia importanza, bellezza e storia fanno da spettacolare cornice. Si snodano lungo valli e campi agricoli che producono prodotti di altissima qualità che la cucina trasforma seguendo sempre la stagionalità. Corrono lungo argini e canali che raccolgono le acque delle nostre colline ma anche dei monti più lontani.
Abbiamo racchiuso in questa pubblicazione 7 itinerari creati ex novo da noi, o già esistenti ma da noi mantenuti, o ancora fatti da altri ma che noi consigliamo, divisi in blue ways (lungo i canali) e green ways (su e giù per i Colli Berici). Sono indicati per escursionisti a piedi, per bikers (mountainbike, ciclo-turisti o ciclisti) ed anche per cavalli, mentre è vietato l'utilizzo di veicoli a motore.
Da padrone la fa l’AltaVia dei Berici, solida ossatura dello slow-turism dei Berici e delle altre green ways.

GREEN WAYS


ITINERARIO DEL LAGO DI FIMON

Punto di partenza: Longara di Vicenza, lungo la Ciclabile Riviera Berica.
Lunghezza: km 16.

Questo itinerario, di bassa difficoltà, permette di andare alla scoperta del Lago di Fimon e di apprezzare un paesaggio dai contorni e dai colori morbidi, variabili nelle diverse stagioni. La partenza ideale è Longara, dove dopo soli 400 m si lascia la Ciclabile Riviera Berica e, attraversando la SP 247 Riviera Berica, ci si immette prima in strada di Longara e poi, tenendo la sinistra, in strada del Tormeno (km 1.4). Poco oltre, al km 2, comincia la pista ciclabile che ci porterà sino al Lago di Fimon, oltrepassando il paese di Torri di Arcugnano.
Una volta giunti nei pressi del lago, in via Boeca si gira a destra. Da qui l’itinerario si conforma a quelli già tabellati dalla Regione Veneto come I1 ed E7, da percorrere però in senso inverso. É possibile effettuare l’intero periplo del bacino, attrezzato con aula didattica, scuola vela, bar e pizzeria (all’incirca al 5 km), godendo pienamente della natura rigogliosa. Al km 9.4 si trova anche l’emissario del lago, il Canale Debba, con un innovativo sistema di risalita per i pesci, e da qui si sbuca in via Boeca. Si svolta a destra e si segue per un po’ il corso del Canale Debba, quindi una piccola salita ci porta alla biforcazione con l’AltaVia. Continuando su via Palù si arriva a Pianezze, quindi per via delle Grancare Basse (che dopo poco si trasforma in Strada delle Grancare) si costeggia tutto il monte. Al km 12.4 si incontra nuovamente, per poco, il Canale Debba, che poco oltre si inabissa nel colle per sfociare a Longare nel Bisatto. Continuando su Strada delle Grancare al km 15 si ammira sulla sinistra la Commenda di Longara e si torna infine nuovamente sulla SP 247 e sulla Ciclabile Riviera Berica da cui si è partiti.


ITINERARIO DELLE QUATTRO VILLE DEL PALLADIO

Punto di partenza: Meledo di Sarego, località Paradiso.
Lunghezza: km 49.

Questo itinerario è stato pensato per gli amanti della bicicletta e dell’arte. Filo conduttore è Andrea Palladio che, in poco meno di 50 km, ci porta alla scoperta di alcune delle sue creazioni architettoniche più spettacolari, accompagnati dal lento scorrere dei vicini corsi d’acqua.
Il nostro punto di partenza si trova sull’argine sinistro del Fiume Guà, in località Paradiso. Il sito è facilmente raggiungibile lasciando l’auto nell’ampio parcheggio della stazione FS di Montebello Vicentino, oltrepassando un ponticello e percorrendo per 1.5 km una stradina comunale. L’itinerario è inoltre percorribile anche come prosecuzione delle ciclabili che scendono da Chiampo o da Valdagno-Recoaro. Da qui si prosegue lungo l’argine sinistro del Guà sino a intersecare Via Casa Velo (km 1.5), da dove girando a sinistra si raggiunge la nostra prima meraviglia, ovvero le Barchesse di Villa Trissino (1567), inserite nel Patrimonio UNESCO nel 1996.
In alternativa è possibile parcheggiare l’auto anche alla chiesa di Meledo di Sarego, vicino alla quale vi sono proprio le barchesse, e cominciare l’itinerario da qui.

Le barchesse sono di fatto l’unica parte superstite del progetto mai compiuto per una villa veneta di Andrea Palladio, di cui si può comunque ammirare il progetto nei Quattro Libri dell’Architettura. La torre colombara, ancor oggi visibile, è fornita di camini e affrescata con grottesche, segno evidente di un utilizzo non solo utilitario.

Tornati lungo l’argine del Guà si prosegue sino ad innestarsi (km 3.2) con la Pista Ciclabile di Meledo-Sarego, che si percorre gustandosi a sinistra il torrente Brendola e a destra il fiume Guà. Al km 4.8 è necessario oltrepassare il Guà su un ponte per proseguire lungo la ciclabile che ci conduce a Lonigo. Poco prima di via S. Giovanni/via G. Pontedera, che conduce in centro a Lonigo, la ciclabile si interrompe (km 7.5), tuttavia è possibile proseguire lungo l’argine ben mantenuto sebbene non ancora attrezzato. Si continua sino a Bagnolo (km 11), raggiungendo il nostro secondo tesoro palladiano: Villa Pisani-Bonetti (1542), inserita nel Patrimonio UNESCO nel 1996 e visitabile.

L’ambizioso progetto del Palladio di realizzare una dimora di campagna adeguata ai raffinati gusti dei fratelli Pisani e al tempo stesso in grado di offrire una risposta concreta e razionale in termini di organizzazione di tutto il complesso degli annessi agricoli fa si che gli edifici si presentino in un disegno unitario con casa padronale, stalle, barchesse, colombare ed un parco disposti logicamente e affacciati strategicamente sul Guà. Al tempo stesso le necessità pratiche della vita agricola sono tradotte in forme inedite, in un nuovo linguaggio ispirato all’architettura antica: come un tempio romano, la villa sorge su un alto basamento che dà slancio all’edificio e accoglie gli ambienti di servizio.

Si lascia il Guà, passando a fianco della chiesa di Bagnolo, in origine oratorio della villa, anch’essa visitabile, per imboccare e percorrere completamente Strada Spessa (lunga 5 km), lungo la quale è possibile ammirare la chiesa e villa Bevilacqua. Alla nostra destra ora scorre un altro, per ora ancora piccolo, rivo: il Ronego, che nasce dalle colline di Orgiano. Mentre la SP 5 fa una curva secca, l’itinerario (siamo al km 16.6) prosegue diritto, lungo una carrareccia bella ampia che, dopo aver oltrepassato la stazione del LEB (canale sotterraneo per l’irrigazione), ci fa giungere al km.18.6 nuovamente su strada asfaltata (via Ronego). Si segue la strada girando prima a sinistra per via XI febbraio e poi a destra per via Vela sino a raggiungere al km 21.4 il centro di Asigliano, quindi inforcando via Roma poco oltre si arriva nuovamente sul Ronego. Si oltrepassa un ponte, si percorre l’argine destro sino al km 22.8 e quindi ci si sposta nuovamente sull’argine sinistro grazie ad un ponticello di campagna senza spallette. Da qui la strada diventa bianca sino al km 26 dove, all’incrocio con un capitello dedicato a S. Antonio, la si abbandona per seguire l’argine sino al km 26.7 all’ingresso di Pojana Maggiore.

Sebbene l’itinerario continui sulla destra, è vivamente consigliabile effettuare una cortissima deviazione girando a sinistra per il centro del paese (SP XI) sino a raggiungere la terza villa del nostro itinerario: Villa Pojana (1546), anch’essa nel Patrimonio UNESCO dal 1996 e visitabile.

Disposta all’interno di una profonda corte e fiancheggiata da giardini e campi coltivati, la villa si innalza su un basamento destinato agli ambienti di servizio. Il piano principale, costruito per ricordare gli ambienti termali romani, è dominato da una grande sala rettangolare con volta a botte, ai cui lati si distribuiscono simmetricamente le sale minori coperte con volte sempre diverse e riccamente affrescate. Di fronte alla villa sono ancora visibili i resti, in grave stato di degrado, del castello medievale con annessa colombara.

Ritornati sui propri passi, appena passato il ponte sul Ronego si gira a sinistra per procedere lungo una strada bianca che corre lungo l’argine destro del canale fino al km 29.5 dove, ancora una volta, un ponte ci porta sull’altro argine sino a Caselle di Noventa Vicentina (al km 33.2 incrocio con la statale). Si prosegue mantenendo il Ronego sulla destra, ora diventato un vero e proprio canale, fintantoché non si getta nel Frassine in località Chiavicone (km 37.6). All’incrocio si imbocca la sinistra e si passano borgo e ponte sul Roneghetto (che a dispetto del nome è molto grande – km 38.4). Da qui si è purtroppo costretti a percorrere, girando a sinistra, per tre chilometri la SP 247, che si può abbandonare solo al km 41.5 girando a destra per via Padovana, che di nome e di fatto segna il confine tra Vicenza e Padova. La si percorre per due km sino a Saline di Noventa Vicentina, si affianca l’Oratorio di Sant’Antonio, si prosegue dritti attraversando il ponte sul Frassenella e, mantenendo la sinistra, via Bella Venezia, passando poi sopra la nuova autostrada.

Al km 47 ci si trova in via Finale (località Finale) di Agugliaro, dove si può ammirare Villa Saraceno detta Palazzo delle Trombe (XVI sec. arch. M. Sanmicheli) e poco oltre la quarta villa del nostro itinerario, ovvero Villa Saraceno, di proprietà The Landmark Trust (1548), patrimonio UNESCO dal 1996 e visitabile.

Di straordinaria semplicità, quasi ascetico, l’edificio è un puro volume costruito in mattoni e intonaco, dove ogni elemento decorativo è bandito e il raro impiego di pietra lavorata è limitato agli elementi architettonici più significativi (come finestre e portoni) e alle parti strutturali. È solamente il disegno dell’architettura a infondere magnificenza all’edificio, a dispetto delle dimensioni ridotte, derivando i propri elementi dall’architettura del tempio romano antico.

L’ultimo sforzo ci porta infine a raggiungere la SP 247 Riviera Berica e la Ciclabile Riviera Berica al km 49, da cui si può raggiungere comodamente Noventa o Vicenza sia in bicicletta che con autobus FTV.


ITINERARIO "LE MERAVIGLIE DELLA PIANURA BERICA"


Punto di partenza: Sossano, davanti al Duomo.
Lunghezza: km 45. Una deviazione a metà percorso permette di ridurre il tragitto a km 35.

Questo itinerario ad anello è stato pensato per andare alla scoperta dei tesori racchiusi in sei comuni del Basso Vicentino, al confine sud dei Colli Berici con la provincia di Padova. Si percorre tutto su strade comunali asfaltate, in piano e a scarso traffico, fattore che lo rende particolarmente appropriato per quel cicloturismo di evasione di qualsiasi età. Si interseca più volte con altri itinerari, per cui si può anche decidere di integrare il giro con interessanti varianti (si vedano a tal proposito la guida “Lungo la ciclabile della Riviera Berica” e le altre cartine ed itinerari editi dal Consorzio).

Per comodità la partenza è fissata a Sossano davanti al duomo di S. Michele Arcangelo, con ampio parcheggio e grande parco pubblico per pic-nic. L’itinerario è consigliato in senso orario, ma lo si può percorrere anche in senso antiorario, con indicazioni per ognuno dei due sensi di marcia.
Nei pressi del centro del paese si può ammirare la deliziosa Chiesetta dell’Olmo, Villa Ferramosca-Giovanelli (ora sede comunale) e Villa Loschi-Gazzetta (ora sede di associazioni). Ci si dirige in via S. Sepolcro, dove si passa lo Scolo Liona ed un semaforo. Si gira quindi a sinistra per via Liona che corre sopra l’argine destro del canale. Quindi, sempre seguendo la strada asfaltata ma abbandonando la Liona, si raggiunge Campiglia vecchia. Tenendo la sinistra in via Ferroso si può contemplare poco più avanti Villa Repeta-Bressan, si prosegue dritti lungo via Pilastri e, dopo circa 2 km, ci si congiunge con la Ciclabile Riviera Berica. Si segue la ciclabile verso sud per poco più di un chilometro, entrando in Comune di Agugliaro. Alla nostra sinistra via Ponticelli (transitabile solo a piedi o in bici) costeggia la Liona. Si osserva sull’altro argine Villa dal Verme, prototipo della villa veneta per eccellenza, mentre spostandosi in centro al paese altri edifici di notevole pregio sono l’Oratorio di S. Gaetano e le possenti barchesse Troilo, uniche testimoni di Villa Pigafetta, progettata e mai costruita.
Ci si dirige quindi verso località Finale ammirando Villa Saraceno detta Palazzo delle Trombe e Villa Saraceno-Franchin (tutte visitabili su richiesta), e, poco distante, si raggiunge Villa Saraceno (1548), squisita opera giovanile del Palladio ed ora di proprietà di The Landmark Trust.
Si riprende la strada verso Noventa Vicentina, dove di notevole interesse sono Villa Barbarigo (ora sede comunale), Villa Manin-Cantarella ed il Duomo con pala del Tiepolo. Quindi si punta a Pojana Maggiore, deviando dalla strada principale per percorrere le più tranquille via Ponte Novo e via Cosella. Entrati a Pojana, all’incrocio con Strada Provinciale Pojanese, si gira a sinistra dove dopo pochi metri si può ammirare Villa Pojana del Palladio (1546) e, sul lato opposto della strada, i resti, in grave stato di degrado, del castello medievale con annessa colombara.
Si imbocca via Fornase Barco e si costeggia lo Scolo Ronego (via Ronego, per le indicazioni specifiche si veda l’Itinerario delle Quattro Ville del Palladio, da percorrere in senso inverso) per poi girare a destra in via Roma e raggiungere il centro di Asigliano Veneto (circa 6 km di strada), patria del radicchio rosso detto per l’appunto di Asigliano.
Da qui si devia verso Orgiano (via XI febbraio, via Ronego, via Paradiso, via Perara). Volendo si può entrare in paese per visitare Palazzo dei Vicari, ora sede comunale, e Villa Fracanzan-Piovene col suo magnifico parco.
Infine da qui, seguendo possibilmente una variante per via Cree Storte, sfiorando Pilastro e prendendo via Campanella, si torna al punto di partenza a Sossano.


LA CICLABILE RIVIERA BERICA

Punto di partenza: Piazzale Fraccon a Vicenza, a lato dell’Arco delle Scalette.
Lunghezza: km 32.5.

La Statale 247 della Riviera Berica mette in comunicazione Vicenza e Noventa Vicentina, correndo in pianura a lato degli argini del Bacchiglione, del Bisato e di altri minori. Dopo la Grande Guerra venne costruita una ferrovia (FTV – Ferrovie e Tramvie Vicentine), che sostanzialmente costeggiava la strada mettendo in comunicazione i centri di tutti i paesi, in funzione fino agli anni ‘80. A distanza di trent’anni sul suo tracciato è stata costruita la Ciclabile Riviera Berica, inaugurata il 20.5.2012, frutto dell’impegno consortile di tutti i Comuni dell’Area. Encomiabile riutilizzo e valorizzazione in chiave ecologica di un’infrastruttura pubblica e storica, sembra fatta appositamente seguendo gli ultimi accorgimenti che vogliono le ciclabili non concomitanti con le grandi arterie di comunicazioni ma comunque vicine a punti serviti.
Si configura come una cerniera alternativa e come punto di partenza e d’arrivo di molti altri itinerari (si vedano a tal proposito la guida “Lungo la ciclabile della Riviera Berica” e le altre cartine ed itinerari editi dal Consorzio).

Si parte dall’Arco delle Scalette che sale a Monte Berico, di progetto palladiano, e si seguono gli itinerari della Regione I1 e I2. Poco dopo la partenza si possono ammirare Villa Almerico Capra detta La Rotonda (1566), senza dubbio la più famosa villa del Palladio e patrimonio UNESCO dal 1994, e Villa Valmarana ai Nani (XVII-XVIII sec.) con affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo.
A Longara comincia l’Itinerario del Lago di Fimon, prima possibile deviazione naturalistica da percorrere. Proseguendo invece lungo la Ciclabile si passa per Debba, con la sua vecchia conca di navigazione del XVI sec. e per Colderuga, dove il Bacchiglione cede un po’ delle sue acque al Bisato. Si arriva così nel Comune di Longare, da cui parte l’Itinerario del Bacchiglione che conduce fino a Padova; si consiglia inoltre una piccola deviazione e visita alla frazione di Costozza, detta la Perla dei Berici. Lungo la Ciclabile, a Ponte di Costozza, il vecchio casello della stazione è stato restaurato ed è diventata la nuova sede della Pro Loco Longare e punto informativo del Consorzio Pro Loco Colli Berici. Inoltre da qui parte l’Itinerario del Bisato che, seguendo l’argine sinistro del fiume, arriva prima ad Albettone e poi si collega con la E2 – Anello dei Colli Euganei.
Proseguendo si lambisce Lumignano, patria dei piselli, Castegnero, famosa per le ciliegie e Nanto, famosa per l’olio ed il tartufo. Siamo a metà strada e sono stati percorsi 16 km.
Da qui in poi la Ciclabile si allontana maggiormente dalla SP 247 per riavvicinarcisi più avanti, toccando dapprima Ponte di Mossano, famosa per i suoi mulini, e Barbarano, famosa per il suo vino rosso Barbarano. Si arriva quindi a Ponte Botti di Albettone, dove si interseca per un breve tratto l’Itinerario della Liona (km 24) e, più avanti, si entra nei territori comunali di Campiglia e di Agugliaro, dove la Liona cambia direzione per gettarsi nel Bisato all’altezza di Vò Euganeo. Tra campi e corsi d’acqua in lontananza si scorgono Villa dal Verme e Villa Saraceno del Palladio.
Ci si dirige così tranquillamente verso la meta: in frazione Bergoncino di Noventa Vicentina la ciclabile si avvia verso il centro del paese, dove termina. Da qui, volendo, è possibile effettuare anche l’Itinerario delle meraviglie della pianura berica che ad anello tocca tutti i paesi della Bassa.


ITINERARIO DELLA LIONA

Punto di partenza: via Gazzo, Gazzo-Pederiva.
Lunghezza: km 27.

La partenza ideale è alla fine della Valle del Gazzo, in via Gazzo (Grancona), all’intersezione con la Provinciale di Bocca d’Ascesa. Da qui passa anche l’AltaVia. Si percorre la provinciale per 300 m e si raggiunge bivio Contrada Acque per ammirare il torrente Liona che, scendendo da Zovencedo, riceve le acque del torrente Calto e prende quindi il nome di Scolo Liona. Le sue acque alimentavano fino a poco tempo fa ben 10 mulini, dei quali si nota subito il primo, con la grande pala di ferro e cassetti in legno desolatamente ferma. Proseguendo lungo la provinciale (l’argine non è ancora attrezzato) per altri 500 m, si gira a sinistra in via Faeo, all’altezza della Trattoria Munaretto.
Si oltrepassa un ponticello sulla Liona, si gira a destra e si segue l’argine sinistro del torrente, oltrepassando il campo sportivo, mulino Tessari, mulino Gianesini e, ad un bivio, i resti del mulino Lovato. Mantenendo la sinistra si percorre via Casamento, abbandonando l’argine ma con la Liona sempre vicina. Al km 5.3 si gira a sinistra in via Cul del Sacco, da percorrere sino a raggiungere via Roma. Girando a sinistra ci si trova in centro a S. Germano dei Berici, da attraversare e, procedendo sempre diritti, si imbocca via Campolongo (km 6), che percorre tutta la restante valle Liona. Si passa una pesca sportiva: un grande bacino d'acqua dove gli uccelli migratori fanno da padroni.
All'ingresso del Comune di Sossano, al km 12.5, la via prosegue cambiando nome in via Marconi. Si raggiunge il centro del paese, al bivio con via S. Sepolcro si gira a destra, si passa sopra la Liona e, oltrepassata la statale, si gira a sinistra per via Mottolo e quindi via Liona, per costeggiare sino al km 15 l’argine destro della Liona. Una volta terminata la strada asfaltata, si può continuare per altri cinque chilometri su strada bianca del Consorzio Bonifica, passando davanti al Bosco di Pianura.
Al km 20, passato un cancello, ci si immette sulla Ciclabile della Riviera girando a destra. Si  percorrono ulteriori due km e, all’altezza della zona industriale di Agugliaro, prima della rotatoria per Noventa-Agugliaro, si oltrepassa il Bisatto su un ponticello. Si imbocca quindi via Ponticelli (transitabile solo a piedi o in bici) che costeggia nuovamente la Liona, ora diventata quasi un fiume. Qui si ammira sull’altro argine Villa dal Verme, prototipo della villa veneta per eccellenza, e si continua fino al km 25, dove ci si immette sulla provinciale (solo per un chilometro) verso Vò, sino ad arrivare alla casa del Governo delle Acque, dove è ancora visibile il vecchio ponte in trachite. Si oltrepassano quindi il nuovo ponte sulla Liona, che poco più a sud sfocia nel Bisatto, e quello sul Bisatto, entrando in provincia di Padova.
Qui finisce il nostro itinerario, tuttavia è possibile proseguire in due direzioni: girando a destra ci si immette nell’itinerario regionale E2 Anello dei Colli Euganei, che porta verso Este e Monselice; girando a sinistra, dopo aver passato Vò Vecchio e imboccata via Nina, si può percorrere al contrario il nostro Itinerario del Bisatto sino a Costozza e, grazie alla Ciclabile Riviera Berica, sino a Vicenza.


ITINERARIO DEL BISATTO

Punto di partenza: ex Casello di Costozza, piazza Valaurie.
Lunghezza: km 19 o 25.

L’itinerario corre lungo stradine a scarsissimo traffico nella parte iniziale e lungo l’argine sinistro del canale poi. Il Bisato (o Bisatto) nasce dalle acque che il Bacchiglione cede a Longare, scavato nel XII secolo dai Vicentini in guerra con Padova per privare l’acqua di difesa della città. Oggi costeggia dapprima i Berici per poi puntare verso gli Euganei e correre fino a Battaglia Terme, buttandosi nel canale Vigenzone con conca di navigazione.
Il nostro itinerario parte dall’ex Casello di Longare, ovvero il punto informativo del Consorzio e sede della Pro Loco Longare, situato lungo la Ciclabile Riviera Berica. A fianco vi è l’ampio parcheggio di Piazza Valaurie.
Ci si avvia verso il semaforo di Ponte di Costozza, si oltrepassa la SP 247 Riviera Berica e si imbocca via S. Gaetano. Al km 2 si devia a destra per via Steolazze, poi, passata la nuova rotatoria, al seguente incrocio si gira a sinistra per via Casoni. All’inizio di Villaganzerla (km 3.9) si gira a destra lungo via Bagnolo che conduce sino a Piazza Marconi di Ponte di Castegnero. Procedendo diritti si imbocca quindi via Bisato, che corre lungo l’argine del fiume sino al ponte all’ingresso di Ponte di Nanto (in parte sterrata). Girando qui a sinistra e subito a destra, si imbocca via Cà Silvestre, si giunge in Piazzetta Roma (km 7.8) e proseguendo a destra si imbocca via Maralta. Si entra quindi in territorio di Mossano dove all’incrocio si procede diritto imboccando via Monticello. La via continua con lo stesso nome anche in comune di Barbarano. Si gira quindi a destra per raggiungere il centro di Ponte di Barbarano (via Crispi) e, superata la chiesa, si gira a sinistra per via Europa da percorrere tutta sino a via degli Arnaldi dove si gira a destra.
Poco oltre si imbocca la Ciclabile sulla sinistra (km 14) per poi sbucare sulla Provinciale. Si gira quindi a destra e, prima del ponte sul Bisato che porta in Riviera, a sinistra per via Fornasette (km 15). Ci si trova ora sull’argine sinistro del Bisato, che si percorre dapprima su strada asfaltata e quindi bianca. In territorio di Albettone la via cambia nome in via Cà Bregana ma si procede diritti arrivando al centro di Albettone, raggiungendo l’antico porto e torre colombara sul fiume per il trasporto merci (soprattutto pietra – km 19.00. Piazza Umberto I).
Da qui è possibile tornare alla località di partenza, girando a destra per Ponte Botti e, al km 21, prendendo la Ciclabile Riviera Berica che conduce direttamente all’ex Casello.
Altrimenti, per chi ha intenzione di effettuare ancora un po’ di strada, vi è la possibilità di proseguire lungo il tratto più bello dell’itinerario, tutto sull’argine. Dalla piazza si oltrepassa il ponte e si gira a destra in via Coazza, che, dopo essere passata sotto il nuovo ponte dell’autostrada, diventa bianca e vietata alle auto. Al km 24 si incontra la ciclabile E2 – Anello dei Colli Euganei. Si passa quindi per Vò Vecchio sino ad arrivare al ponte sul Bisatto (km 25).
Il punto di arrivo è lo stesso dell’Itinerario della Liona, che, volendo, si può intraprendere al contrario sino ad arrivare alla Ciclabile Riviera Berica che porta direttamente a Costozza … oppure, per i più intraprendenti, è possibile continuare per la E2 ed effettuare anche tutto il giro dei Colli Euganei.


Itinerario del Bacchiglione

Punto di partenza: Secula di Longare.
Lunghezza: km 9.

Si tratta dell’itinerario realizzato dalla Società delle Autostrade Serenissima come compensazione per la realizzazione della nuova Valdastico Sud. Parte da Longare e per ora si ferma a Montegalda ma, in prospettiva, si collegherà con Padova tramite le ciclabili già esistenti. La partenza è a Secula di Longare, sull’argine sinistro del Bacchiglione, all'altezza del ponte vicino alla Trattoria Pergolino. Lì vicino passano sia la Ciclabile Riviera Berica che scende da Vicenza, che l’Itinerario del Bisato che parte dalla vicina Costozza, da considerarsi eventualmente come collegamento o integrazione a questo itinerario.
Si segue l’argine sinistro del fiume, si arriva alle chiuse di Colzè, una volta porto fluviale con imponente conca di navigazione ora in disuso. Oltrepassata la frazione di Colzè si giunge ad una grande rotatoria, si gira quindi a destra passando il ponte e ci si porta sull’argine destro del Bacchiglione, da seguire sino alla grande rotatoria di Montegaldella. Qui si gira a sinistra e, dopo un altro ponte, si raggiunge il centro di Montagalda.
Volendo, da Montegaldella, si può invece proseguire diritti e continuare sull’argine destro. Si passa sul retro di Villa Lampertico detta La Deliziosa e si raggiunge Cervarese S. Croce dove si trovano due ciclabili: una conduce a Veggiano e Padova (attraversando un ponticello solo pedonabile), mentre l’altra si collega poco più avanti con la E2 – Anello dei Colli Euganei.

Altavia Dei Berici E Itinerari Fluviali

Altavia Dei Berici E Itinerari Fluviali

L' itinerario sarà prossimamente disponibile on-line anche sulla mappa interattiva dei sentieri e degli itinerari dei Colli Berici.
Sarà inoltre possibile scaricare i sentieri scelti anche su tablet e smartphone con traccia GPS!
La versione cartacea dell' "Altavia dei Berici e itinerari fluviali" sarà inoltre reperibile presso la sede del Consorzio Pro Loco Colli Berici

Altavia dei Berici

Caratteristiche: -itinerario prettamente naturalistico diviso in 11 tappe;
- itinerario destinato ad escursionisti, bikers, cavalli, con l’eccezione dei veicoli a motore;
- la lunghezza complessiva è di 130 km, più una eventuale discesa a valle già realizzata di 10 km, per un totale quindi di 140 km, tutti su strade comunali o vicinali;
- il percorso resta volutamente il più alto possibile in quota ed è ad anello;
- tocca il territorio di 17 Comuni.

Ciascuna tappa è studiata per poterci arrivare e ripartire in auto, in modo che l’intero percorso si possa fare sia tutto in una volta, sia in momenti diversi. Sta a voi escursionisti decidere la lunghezza e la durata dell’itinerario, scegliere se farvi accompagnare da un animatore del territorio, dotarvi di cartina escursionistica o scaricarvela direttamente dal nostro sito facendovi guidare dal GPS (mappe scaricabili da mytrekking.org o dal sito www.colliberici.it) oppure più semplicemente farvi guidare dalla tabellazione.

La durata di ogni tappa s’intende per escursionisti a piedi.


Tappa 1

Totale km: 13.5 senza deviazione
Durata: 3.5 ore senza soste importanti
Difficoltà: media – molto panoramico e diversi luoghi artistici da visitare

Partenza: imbarcadero del lago di Fimon (Arcugnano)
Arrivo: Contrà Giacomelli (Longare)

Dal vecchio imbarcadero, con ampi parcheggi, si costeggia il lago per quasi tutta la sua interezza, salendo in quota per Strada delle Grancare, passando a fianco dell'antica Ca’ Teliona (località Favaretti). Da qui, a sinistra (**Deviazione n. 1) si può scendere per via S. Tecla e visitare Costozza e Lumignano. Procedendo in quota, invece, si mantiene la destra, passando a fianco della chiesetta di S. Rocco, quindi sconfinando tra i Comuni di Arcugnano e Longare si giunge alla “Crosara de Osela”, quadrivio lungo la strada Longara-Villabalzana che conduce anche a Pianezze. Ai lati possibilità di piccolo parcheggio. Per Via Castellaro si rientra in Comune di Longare arrivando in Contrà Giacomelli con la caratteristica corte. Qui si ricongiunge, attraverso il sentiero che sale dalla “Brutta Riva” di Lumignano, la Deviazione n. 1.

** Deviazione n. 1

Totale km: 10
Durata: 3 ore senza soste importanti per visite
Difficoltà: media, con facile discesa e difficile risalita – molto panoramico, numerosi luoghi artistici da visitare

Partenza: Bivio tra strada S. Rocco e strada S. Tecla (Longare)
Arrivo: Contrà Giacomelli (Longare)

La deviazione permette di fare un giro più lungo e più panoramico. Al bivio tra strada Favaretti e strada S. Rocco si gira a sinistra, percorrendo Strada S. Tecla e costeggiando la Base Pluto. Si giunge a Costozza, la “Perla dei Berici”, dove la Pieve di S. Mauro, l’Oratorio di S. Antonio Abate, Villa da Schio, le case rupestri, la chiesetta e fontana di S. Sofia, Villa Æolia, meritano di essere gustate con calma. Quindi ci si sposta a Lumignano, patria dei piselli e famosa per la parete attrezzata di roccia, tra le più belle e visitate d’Europa, ricavata sulla barriera corallina pendente sul paese. Da qui prendendo Strada Priare Vecchie e percorrendo la Brutta Riva, toponimo che la dice lunga sulla difficoltà, si ritorna in quota, ricongiungendosi all’itinerario principale in Contrà Giacomelli.


Tappa 2

Totale km: 16
Durata: 4.30 ore senza soste importanti
Difficoltà: media – boschi e natura rigogliosa

Partenza: Contrà Giacomelli (Longare)
Arrivo: Località Scudelletta (Barbarano Vicentino)

Seguendo il segnavia sentiero n. 1 del Monte delle Rose, si abbandona la strada comunale e si entra in Comune di Castegnero, regina delle ciliegie beriche. Caratteristici i casolari che si trovano ai margini del bosco. Oltrepassato un bel capitello, si prosegue sino alla località Sermondi, costeggiando una chiesetta del 1700 in stato di abbandono, quindi si continua sino a raggiungere Nanto, conosciuta per l’olio, il prosciutto e il tartufo. Oltrepassando la Fontana di Trene e giungendo alla sommità del monte si trovano le famose grotte preistoriche di Trene con la fortificazione del Balza (iscrizione datata al 1509). Si continua per la ripida Strada dello Zimo costeggiando un’ampia e spettacolare voragine creata dallo Scaranto Degora, mentre in Contrà Tomasetto si può ammirare un gigantesco e secolare castagno. Più avanti si giunge in vista della cima più alta dei Berici: il Monte Alto (440 m).
Si entra così nei territori prima di Mossano (con una discesa in paese, si possono visitare i mulini, la grotta di S. Bernardino e le Prigioni) e poi di Barbarano Vicentino, patria del Tai Rosso. Oltrepassata la vecchia chiesa di S. Giovanni, ceduta nel 1954 assieme al monastero al Comando Trasmissioni dell’Esercito Italiano, inizia la discesa sino ad arrivare in località Scudelletta.


Tappa 3

Totale km: 19
Durata: 5 ore senza soste importanti
Difficoltà: media nel primo tratto, facile nel secondo – natura rigogliosa

Partenza: Località Scudelletta (Barbarano Vicentino)
Arrivo: Altopiano di Pozzolo – zona ovest (Villaga)

Si parte da località Scudelletta. Percorrendo Strada S. Martin si incontra uno dei più originali capitelli devozionali dei Berici, eretto dalla pietà contadina. Ogni nicchia indica un diverso punto cardinale: quella con il Redentore indica la direzione di Venezia - est; quella con la Madonna di Monte Berico punta a Vicenza - nord; quella con S.Bertilla verso Brendola - ovest; quella con S. Antonio a Padova – sud. Entrando in Comune di Villaga, famoso per i “rampusoli” (raperonzoli) e i piselli si passa di fronte alle grotte e all’eremo di S. Donato dove, un tempo, esisteva un monastero benedettino scavato nella roccia. Passato il bivio Crosaron (dove è possibile lasciare le auto) si scende verso bivio Boccadorno, porta di accesso est dell’altopiano di Pozzolo. Siamo in territorio di Sossano, toccato solo di sfuggita dall’Altavia. Dopo Monte Cistorello, che meriterebbe una salita sulla cima per godere del panorama sulla Val Liona, si torna nuovamente in territorio di Villaga e si giunge poi in Comune di San Germano dei Berici. Qui s’incontrano molte fontane che la Pro Val Liona ha tabellato riportando i vecchi toponimi. Lungo il cammino troviamo il più bel punto panoramico sulla Val Liona: la croce del Monte Lupia. Riprendendo il cammino per il crinale arriviamo alla porta di accesso ovest dell’altopiano di Pozzolo.


Tappa 4

Totale km: 12.5
Durata: 3 ore senza soste importanti
Difficoltà: facile – molte fontane, cave e boschi

Partenza: cimitero di Pozzolo (Villaga)
Arrivo: frazione Soghe (Arcugnano)

Si riprende l’itinerario dal cimitero di Pozzolo e si sale fino ad arrivare a Zovencedo, regno della pietra e delle fontane. Qui immancabile è una visita al Museo della Pietra nella cava Sengia e alla casa rupestre “La Segia”, entrambe di proprietà e rivalorizzate dal Comune, mentre nelle vicinanze sorge il castello di Zovencedo, ricordato dal Barbarossa, nelle cui adiacenze visse l’ultima “stria” dei Berici. Si percorre quindi la vallata che attraversa i territori di Barbarano, Mossano ed Arcugnano fino ad arrivare alla frazione di Soghe.


Tappa 5

Totale km: 10
Durata: 3 ore senza soste importanti
Difficoltà: media la prima parte, difficile la seconda – molte fontane, contrade, natura affascinante

Partenza: frazione Soghe (Arcugnano)
Arrivo: località Acque (Grancona)

Si parte da località Soghe di Arcugnano, si raggiunge la chiesa di S. Gottardo (comune di Zovencedo) e ci si dirige poi verso la Valle del Gazzo dove sono ancora attive alcune cave di pietra e dove sono stati piantumati nuovi vitigni e oliveti. Procedendo alla volta di Grancona, dopo la fontana del Monte, si scende per Strada degli Scaranti, impervia, sconnessa e ghiaiosa sino ad arrivare in Contrà S. Antonio - località Acque di Grancona, quasi in piano, accanto alla provinciale Bocca d’Ascesa (da dove parte inoltre l’Itinerario della Liona).


Tappa 6

Totale km: 9
Durata: 2.5 ore senza la sosta al museo
Difficoltà: abbastanza facile – molto verde, a contatto con la natura

Partenza: località Acque (Grancona)
Arrivo: Monticello di Lonigo - loc. Montorio

Si attraversa la strada provinciale Bocca d’Ascesa e Strada delle Sengele con la chiesetta di S. Antonio. Oltre la contrada e fontana del Menin si giunge al Corubbio con l’omonima fontana. Lambendo il cimitero di Grancona si arriva in piazza Roma dove si trova la chiesa parrocchiale di S. Pietro, sorta sulle rovine del castello vescovile. Una piccola deviazione suggerisce di visitare il Museo della Civiltà Contadina. Procedendo lungo l’itinerario principale invece, attraverso una serie di salite si raggiunge un ambiente alto-pianeggiante che conduce alla fine della tappa, a Monticello di Lonigo.


Tappa 7

Totale km: 7 Durata: 2 ore
Difficoltà: media – molto panoramica la prima parte, servitù militare nella seconda

Partenza: Monticello di Lonigo - loc. Montorio
Arrivo: Strada Cà Vecchie (Alonte)

Partendo da Monticello di Lonigo (località Montorio) ci si dirige verso i confini del Comune di Orgiano. Percorrendo il sentiero n. 45 di Orgiano e costeggiando l’area perimetrale della grande “Polveriera” del Demanio Militare (DM) s’incontrano la base per lancio di parapendio e resti delle trincee della seconda guerra mondiale. Oltrepassato l’ingresso della Polveriera, sempre seguendo il sentiero n. 45, si entra nel Comune di Alonte. Il tratto finisce in un piazzale in terra battuta in Strada Cà Vecchie, con ampio parcheggio.


Tappa 8

Totale km: 12.5
Durata: 3 ore
Difficoltà: media – panoramica la prima parte, saliscendi nella seconda

Partenza: Strada Cà Vecchie (Alonte)
Arrivo: Via Fontanelle (Grancona)

Partendo da Strada Cà Vecchie, poco dopo si entra nel Comune di Lonigo, città del vino. Qui ci si trova letteralmente attorniati da vigneti che rendono piacevole il cammino. Attraverso il sentiero dei Monti di Lonigo (n. 41) si giunge in Comune di Sarego dove si può ammirare la chiesetta della Madonna delle Grotte o della Neve. Si prende quindi il sentiero n. 42 “di Sarego” e si scende quasi completamente a valle per poi risalire fino ad arrivare alla confluenza con la provinciale Grancona-Meledo. Il tratto finisce in via Fontanelle.


Tappa 9

Totale km: 9.5
Durata: 2.5 ore
Difficoltà: media – prima parte panoramica, poi salita impegnativa e disagevole, infine dolce discesa

Partenza: Via Fontanelle (Grancona)
Arrivo: Brendola alta

Si riparte da Via Fontanelle per scendere sino ad arrivare a Bocca d’Ascesa, vero spartiacque tra la pianura di Brendola a sinistra e la Val Liona che si apre sulla destra. Attraversando il passo ci si dirige verso il territorio di Brendola prendendo il Sentiero di S. Vito e della Fontana dell’Orco (n. 31). Si passano due gruppi di case, fontana Valentini, lo Scaranto delle Grotte, quindi dopo aver costeggiato una vecchia priara dismessa e pericolosa in località Priare, si continua fino ad arrivare in Contrà Marzari dove ci attende la rinfrescante Fontana del Lavo.


Tappa 10

Totale km: 8.5
Durata: 2 ore
Difficoltà: media – molto ripida la prima parte, quindi saliscendi e dolce discesa

Partenza: Contrà Marzari (Brendola)
Arrivo: Chiesa di Perarolo (Arcugnano)

Si riprende per salire a Brendola vecchia, un concentrato di ville e parchi di notevole bellezza. Imboccata Via Rocca dei Vescovi si raggiunge il Castello di Brendola che regala uno splendido panorama sull’immensa pianura. Percorrendo il sentiero dei Monti Comunali (n. 32) si entra in Comune di Altavilla sino a pervenire alla solitaria chiesetta Salve Regina, posta esattamente al confine tra i territori comunali di Altavilla ed Arcugnano. Il tratto termina in località Perarolo di Arcugnano, nel piazzale della chiesa dal singolare campanile a pianta ottagonale.


Tappa 11

Totale km: 12.5
Durata: 3 ore
Difficoltà: media – pianeggiante la prima parte, saliscendi nella seconda

Partenza: Piazzale della Chieda di Perarolo (Arcugnano)
Arrivo: Lago di Fimon (Arcugnano)

Partendo dal piazzale della Chiesa di Perarolo si percorre un tratto del sentiero n. 11 (Scaranti di Fimon), seguendo la Dorsale dei Berici verso S. Gottardo. Da ammirare le antiche “masiere” in sasso ed il grandioso panorama verso ovest con la Rocca dei Vescovi e in lontananza i monti Lessini. Si arriva quindi al bel borgo di Villa di Fimon ai piedi del Monte Castellaro, con al centro della piccola piazza la chiesetta di S. Rocco, un tempo dedicata alla Madonna della Neve. Si punta quindi alla famosa e verdissima Valle dei Mulini di Arcugnano. Interessanti le tracce nella roccia lasciate dalle ruote dei carri che trasportavano a valle i grossi massi di pietra tenera provenienti dalle priare di Villabalzana-Soghe. In breve si giunge quindi alla strada dei Carrari che ci porta direttamente al termine (ed inizio) dell’ AltaVia, presso il lago di Fimon.


Itinerari fluviali

ITINERARIO DEL LAGO DI FIMON

Punto di partenza: Longara di Vicenza, lungo la Ciclabile Riviera Berica.
Lunghezza: km 16.

Questo itinerario, di bassa difficoltà, permette di andare alla scoperta del Lago di Fimon e di apprezzare un paesaggio dai contorni e dai colori morbidi, variabili nelle diverse stagioni. La partenza ideale è LONGARA, dove dopo soli 400 m si lascia la Ciclabile Riviera Berica e, attraversando la SP 247 Riviera Berica, ci si immette prima in strada di Longara e poi, tenendo la sinistra, in strada del Tormeno (km 1.4). Poco oltre, al km 2, comincia la pista ciclabile che ci porterà sino al Lago di Fimon, oltrepassando il paese di TORRI DI ARCUGNANO.
Una volta giunti nei pressi del lago, in via Boeca si gira a destra. Da qui l’itinerario si conforma a quelli già tabellati dalla Regione Veneto come I1 ed E7, da percorrere però in senso inverso. É possibile effettuare l’intero periplo del bacino, attrezzato con aula didattica, scuola vela, bar e pizzeria (all’incirca al 5 km), godendo pienamente della natura rigogliosa. Al km 9.4 si trova anche l’emissario del lago, il Canale Debba, con un innovativo sistema di risalita per i pesci, e da qui si sbuca in via Boeca. Si svolta a destra e si segue per un po’ il corso del Canale Debba, quindi una piccola salita ci porta alla biforcazione con l’AltaVia. Continuando su via Palù si arriva a PIANEZZE, quindi per via delle Grancare Basse (che dopo poco si trasforma in Strada delle Grancare) si costeggia tutto il monte. Al km 12.4 si incontra nuovamente, per poco, il Canale Debba, che poco oltre si inabissa nel colle per sfociare a Longare nel Bisatto. Continuando su Strada delle Grancare al km 15 si ammira sulla sinistra la Commenda di Longara e si torna infine nuovamente sulla SP 247 e sulla Ciclabile Riviera Berica da cui si è partiti.


ITINERARIO DELLE QUATTRO VILLE DEL PALLADIO

Punto di partenza: Meledo di Sarego, località Paradiso.
Lunghezza: km 49.

Questo itinerario è stato pensato per gli amanti della bicicletta e dell’arte. Filo conduttore è Andrea Palladio che, in poco meno di 50 km, ci porta alla scoperta di alcune delle sue creazioni architettoniche più spettacolari, accompagnati dal lento scorrere dei vicini corsi d’acqua. Il nostro punto di partenza si trova sull’argine sinistro del Fiume Guà, in località Paradiso. Il sito è facilmente raggiungibile lasciando l’auto nell’ampio parcheggio della stazione FS di MONTEBELLO VICENTINO, oltrepassando un ponticello e percorrendo per 1.5 km una stradina comunale. L’itinerario è inoltre percorribile anche come prosecuzione delle ciclabili che scendono da Chiampo o da Valdagno-Recoaro. Da qui si prosegue lungo l’argine sinistro del Guà sino a intersecare Via Casa Velo (km 1.5), da dove girando a sinistra si raggiunge la nostra prima meraviglia, ovvero le Barchesse di Villa Trissino (1567), inserite nel Patrimonio UNESCO nel 1996.
In alternativa è possibile parcheggiare l’auto anche alla chiesa di MELEDO DI SAREGO, vicino alla quale vi sono proprio le barchesse, e cominciare l’itinerario da qui.

Le barchesse sono di fatto l’unica parte superstite del progetto mai compiuto per una villa veneta di Andrea Palladio, di cui si può comunque ammirare il progetto nei Quattro Libri dell’Architettura. La torre colombara, ancor oggi visibile, è fornita di camini e affrescata con grottesche, segno evidente di un utilizzo non solo utilitario.

Tornati lungo l’argine del Guà si prosegue sino ad innestarsi (km 3.2) con la Pista Ciclabile di Meledo-Sarego, che si percorre gustandosi a sinistra il torrente Brendola e a destra il fiume Guà. Al km 4.8 è necessario oltrepassare il Guà su un ponte per proseguire lungo la ciclabile che ci conduce a LONIGO. Poco prima di via S. Giovanni/via G. Pontedera, che conduce in centro a LONIGO, la ciclabile si interrompe (km 7.5), tuttavia è possibile proseguire lungo l’argine ben mantenuto sebbene non ancora attrezzato. Si continua sino a BAGNOLO (km 11), raggiungendo il nostro secondo tesoro palladiano: Villa Pisani-Bonetti (1542), inserita nel Patrimonio UNESCO nel 1996 e visitabile.

L’ambizioso progetto del Palladio di realizzare una dimora di campagna adeguata ai raffinati gusti dei fratelli Pisani e al tempo stesso in grado di offrire una risposta concreta e razionale in termini di organizzazione di tutto il complesso degli annessi agricoli fa si che gli edifici si presentino in un disegno unitario con casa padronale, stalle, barchesse, colombare ed un parco disposti logicamente e affacciati strategicamente sul Guà. Al tempo stesso le necessità pratiche della vita agricola sono tradotte in forme inedite, in un nuovo linguaggio ispirato all’architettura antica: come un tempio romano, la villa sorge su un alto basamento che dà slancio all’edificio e accoglie gli ambienti di servizio.

Si lascia il Guà, passando a fianco della chiesa di Bagnolo, in origine oratorio della villa, anch’essa visitabile, per imboccare e percorrere completamente Strada Spessa (lunga 5 km), lungo la quale è possibile ammirare la chiesa e villa Bevilacqua. Alla nostra destra ora scorre un altro, per ora ancora piccolo, rivo: il Ronego, che nasce dalle colline di Orgiano. Mentre la SP 5 fa una curva secca, l’itinerario (siamo al km 16.6) prosegue diritto, lungo una carrareccia bella ampia che, dopo aver oltrepassato la stazione del LEB (canale sotterraneo per l’irrigazione), ci fa giungere al km.18.6 nuovamente su strada asfaltata (via Ronego). Si segue la strada girando prima a sinistra per via XI febbraio e poi a destra per via Vela sino a raggiungere al km 21.4 il centro di Asigliano, quindi inforcando via Roma poco oltre si arriva nuovamente sul Ronego. Si oltrepassa un ponte, si percorre l’argine destro sino al km 22.8 e quindi ci si sposta nuovamente sull’argine sinistro grazie ad un ponticello di campagna senza spallette. Da qui la strada diventa bianca sino al km 26 dove, all’incrocio con un capitello dedicato a S. Antonio, la si abbandona per seguire l’argine sino al km 26.7 all’ingresso di POJANA MAGGIORE.

Sebbene l’itinerario continui sulla destra, è vivamente consigliabile effettuare una cortissima deviazione girando a sinistra per il centro del paese (SP XI) sino a raggiungere la terza villa del nostro itinerario: Villa Pojana (1546), anch’essa nel Patrimonio UNESCO dal 1996 e visitabile.

Disposta all’interno di una profonda corte e fiancheggiata da giardini e campi coltivati, la villa si innalza su un basamento destinato agli ambienti di servizio. Il piano principale, costruito per ricordare gli ambienti termali romani, è dominato da una grande sala rettangolare con volta a botte, ai cui lati si distribuiscono simmetricamente le sale minori coperte con volte sempre diverse e riccamente affrescate. Di fronte alla villa sono ancora visibili i resti, in grave stato di degrado, del castello medievale con annessa colombara.

Ritornati sui propri passi, appena passato il ponte sul Ronego si gira a sinistra per procedere lungo una strada bianca che corre lungo l’argine destro del canale fino al km 29.5 dove, ancora una volta, un ponte ci porta sull’altro argine sino a CASELLE di NOVENTA VICENTINA (al km 33.2 incrocio con la statale). Si prosegue mantenendo il Ronego sulla destra, ora diventato un vero e proprio canale, fintantoché non si getta nel Frassine in località Chiavicone (km 37.6). All’incrocio si imbocca la sinistra e si passano borgo e ponte sul Roneghetto (che a dispetto del nome è molto grande – km 38.4). Da qui si è purtroppo costretti a percorrere, girando a sinistra, per tre chilometri la SP 247, che si può abbandonare solo al km 41.5 girando a destra per via Padovana, che di nome e di fatto segna il confine tra Vicenza e Padova. La si percorre per due km sino a SALINE di NOVENTA VICENTINA, si affianca l’Oratorio di Sant’Antonio, si prosegue dritti attraversando il ponte sul Frassenella e, mantenendo la sinistra, via Bella Venezia, passando poi sopra la nuova autostrada.

Al km 47 ci si trova in via Finale (località FINALE) di AGUGLIARO, dove si può ammirare Villa Saraceno detta Palazzo delle Trombe (XVI sec. arch. M. Sanmicheli) e poco oltre la quarta villa del nostro itinerario, ovvero Villa Saraceno, di proprietà The Landmark Trust (1548), patrimonio UNESCO dal 1996 e visitabile.

Di straordinaria semplicità, quasi ascetico, l’edificio è un puro volume costruito in mattoni e intonaco, dove ogni elemento decorativo è bandito e il raro impiego di pietra lavorata è limitato agli elementi architettonici più significativi (come finestre e portoni) e alle parti strutturali. È solamente il disegno dell’architettura a infondere magnificenza all’edificio, a dispetto delle dimensioni ridotte, derivando i propri elementi dall’architettura del tempio romano antico.

L’ultimo sforzo ci porta infine a raggiungere la SP 247 Riviera Berica e la Ciclabile Riviera Berica al km 49, da cui si può raggiungere comodamente Noventa o Vicenza sia in bicicletta che con autobus FTV.


ITINERARIO “LE MERAVIGLIE DELLA PIANURA BERICA”

Punto di partenza: Sossano, davanti al Duomo.
Lunghezza: km 45. Una deviazione a metà percorso permette di ridurre il tragitto a km 35.

Questo itinerario ad anello è stato pensato per andare alla scoperta dei tesori racchiusi in sei comuni del Basso Vicentino, al confine sud dei Colli Berici con la provincia di Padova. Si percorre tutto su strade comunali asfaltate, in piano e a scarso traffico, fattore che lo rende particolarmente appropriato per quel cicloturismo di evasione di qualsiasi età. Si interseca più volte con altri itinerari, per cui si può anche decidere di integrare il giro con interessanti varianti (si vedano a tal proposito la guida “Lungo la ciclabile della Riviera Berica” e le altre cartine ed itinerari editi dal Consorzio).

Per comodità la partenza è fissata a SOSSANO davanti al duomo di S. Michele Arcangelo, con ampio parcheggio e grande parco pubblico per pic-nic. L’itinerario è consigliato in senso orario, ma lo si può percorrere anche in senso antiorario, con indicazioni per ognuno dei due sensi di marcia.
Nei pressi del centro del paese si può ammirare la deliziosa Chiesetta dell’Olmo, Villa Ferramosca-Giovanelli (ora sede comunale) e Villa Loschi-Gazzetta (ora sede di associazioni). Ci si dirige in via S. Sepolcro, dove si passa lo Scolo Liona ed un semaforo. Si gira quindi a sinistra per via Liona che corre sopra l’argine destro del canale. Quindi, sempre seguendo la strada asfaltata ma abbandonando la Liona, si raggiunge CAMPIGLIA vecchia. Tenendo la sinistra in via Ferroso si può contemplare poco più avanti Villa Repeta-Bressan, si prosegue dritti lungo via Pilastri e, dopo circa 2 km, ci si congiunge con la Ciclabile Riviera Berica. Si segue la ciclabile verso sud per poco più di un chilometro, entrando in Comune di AGUGLIARO. Alla nostra sinistra via Ponticelli (transitabile solo a piedi o in bici) costeggia la Liona. Si osserva sull’altro argine Villa dal Verme, prototipo della villa veneta per eccellenza, mentre spostandosi in centro al paese altri edifici di notevole pregio sono l’Oratorio di S. Gaetano e le possenti barchesse Troilo, uniche testimoni di Villa Pigafetta, progettata e mai costruita. Ci si dirige quindi verso località Finale ammirando Villa Saraceno detta Palazzo delle Trombe e Villa Saraceno-Franchin (tutte visitabili su richiesta), e, poco distante, si raggiunge Villa Saraceno (1548), squisita opera giovanile del Palladio ed ora di proprietà di The Landmark Trust.
Si riprende la strada verso NOVENTA VICENTINA, dove di notevole interesse sono Villa Barbarigo (ora sede comunale), Villa Manin-Cantarella ed il Duomo con pala del Tiepolo. Quindi si punta a POJANA MAGGIORE, deviando dalla strada principale per percorrere le più tranquille via Ponte Novo e via Cosella. Entrati a Pojana, all’incrocio con Strada Provinciale Pojanese, si gira a sinistra dove dopo pochi metri si può ammirare Villa Pojana del Palladio (1546) e, sul lato opposto della strada, i resti, in grave stato di degrado, del castello medievale con annessa colombara.
Si imbocca via Fornase Barco e si costeggia lo Scolo Ronego (via Ronego, per le indicazioni specifiche si veda l’Itinerario delle Quattro Ville del Palladio, da percorrere in senso inverso) per poi girare a destra in via Roma e raggiungere il centro di ASIGLIANO VENETO (circa 6 km di strada), patria del radicchio rosso detto per l’appunto di Asigliano. Da qui si devia verso ORGIANO (via XI febbraio, via Ronego, via Paradiso, via Perara). Volendo si può entrare in paese per visitare Palazzo dei Vicari, ora sede comunale, e Villa Fracanzan-Piovene col suo magnifico parco.
Infine da qui, seguendo possibilmente una variante per via Cree Storte, sfiorando Pilastro e prendendo via Campanella, si torna al punto di partenza a Sossano.


LA CICLABILE RIVIERA BERICA

Punto di partenza: Piazzale Fraccon a Vicenza, a lato dell’Arco delle Scalette.
Lunghezza: km 32.5.

La Statale 247 della Riviera Berica mette in comunicazione Vicenza e Noventa Vicentina, correndo in pianura a lato degli argini del Bacchiglione, del Bisato e di altri minori. Dopo la Grande Guerra venne costruita una ferrovia (FTV – Ferrovie e Tramvie Vicentine), che sostanzialmente costeggiava la strada mettendo in comunicazione i centri di tutti i paesi, in funzione fino agli anni ‘80. A distanza di trent’anni sul suo tracciato è stata costruita la Ciclabile Riviera Berica, inaugurata il 20.5.2012, frutto dell’impegno consortile di tutti i Comuni dell’Area. Encomiabile riutilizzo e valorizzazione in chiave ecologica di un’infrastruttura pubblica e storica, sembra fatta appositamente seguendo gli ultimi accorgimenti che vogliono le ciclabili non concomitanti con le grandi arterie di comunicazioni ma comunque vicine a punti serviti.
Si configura come una cerniera alternativa e come punto di partenza e d’arrivo di molti altri itinerari (si vedano a tal proposito la guida “Lungo la ciclabile della Riviera Berica” e le altre cartine ed itinerari editi dal Consorzio).

Si parte dall’Arco delle Scalette che sale a Monte Berico, di progetto palladiano, e si seguono gli itinerari della Regione I1 e I2. Poco dopo la partenza si possono ammirare Villa Almerico Capra detta La Rotonda (1566), senza dubbio la più famosa villa del Palladio e patrimonio UNESCO dal 1994, e Villa Valmarana ai Nani (XVII-XVIII sec.) con affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo.
A LONGARA comincia l’Itinerario del Lago di Fimon, prima possibile deviazione naturalistica da percorrere. Proseguendo invece lungo la Ciclabile si passa per DEBBA, con la sua vecchia conca di navigazione del XVI sec. e per COLDERUGA, dove il Bacchiglione cede un po’ delle sue acque al Bisato. Si arriva così nel Comune di LONGARE, da cui parte l’Itinerario del Bacchiglione che conduce fino a Padova; si consiglia inoltre una piccola deviazione e visita alla frazione di COSTOZZA, detta la Perla dei Berici. Lungo la Ciclabile, a Ponte di Costozza, il vecchio casello della stazione è stato restaurato ed è diventata la nuova sede della Pro Loco Longare e punto informativo del Consorzio Pro Loco Colli Berici. Inoltre da qui parte l’Itinerario del Bisato che, seguendo l’argine sinistro del fiume, arriva prima ad Albettone e poi si collega con la E2 – Anello dei Colli Euganei.
Proseguendo si lambisce LUMIGNANO, patria dei piselli, CASTEGNERO, famosa per le ciliegie e NANTO, famosa per l’olio ed il tartufo. Siamo a metà strada e sono stati percorsi 16 km.
Da qui in poi la Ciclabile si allontana maggiormente dalla SP 247 per riavvicinarcisi più avanti, toccando dapprima Ponte di MOSSANO, famosa per i suoi mulini, e BARBARANO, famosa per il suo vino rosso Barbarano. Si arriva quindi a Ponte Botti di ALBETTONE, dove si interseca per un breve tratto l’Itinerario della Liona (km 24) e, più avanti, si entra nei territori comunali di CAMPIGLIA e di AGUGLIARO, dove la Liona cambia direzione per gettarsi nel Bisato all’altezza di Vò Euganeo. Tra campi e corsi d’acqua in lontananza si scorgono Villa dal Verme e Villa Saraceno del Palladio.
Ci si dirige così tranquillamente verso la meta: in frazione Bergoncino di NOVENTA VICENTINA la ciclabile si avvia verso il centro del paese, dove termina. Da qui, volendo, è possibile effettuare anche l’Itinerario delle meraviglie della pianura berica che ad anello tocca tutti i paesi della Bassa.


ITINERARIO DELLA LIONA

Punto di partenza: via Gazzo, Gazzo-Pederiva.
Lunghezza: km 27.

La partenza ideale è alla fine della Valle del Gazzo, in via Gazzo (GRANCONA), all’intersezione con la Provinciale di Bocca d’Ascesa. Da qui passa anche l’AltaVia. Si percorre la provinciale per 300 m e si raggiunge bivio Contrada Acque per ammirare il torrente Liona che, scendendo da Zovencedo, riceve le acque del torrente Calto e prende quindi il nome di Scolo Liona. Le sue acque alimentavano fino a poco tempo fa ben 10 mulini, dei quali si nota subito il primo, con la grande pala di ferro e cassetti in legno desolatamente ferma. Proseguendo lungo la provinciale (l’argine non è ancora attrezzato) per altri 500 m, si gira a sinistra in via Faeo, all’altezza della Trattoria Munaretto. Si oltrepassa un ponticello sulla Liona, si gira a destra e si segue l’argine sinistro del torrente, oltrepassando il campo sportivo, mulino Tessari, mulino Gianesini e, ad un bivio, i resti del mulino Lovato. Mantenendo la sinistra si percorre via Casamento, abbandonando l’argine ma con la Liona sempre vicina.
Al km 5.3 si gira a sinistra in via Cul del Sacco, da percorrere sino a raggiungere via Roma. Girando a sinistra ci si trova in centro a S. GERMANO DEI BERICI, da attraversare e, procedendo sempre diritti, si imbocca via Campolongo (km 6), che percorre tutta la restante valle Liona. Si passa una pesca sportiva: un grande bacino d'acqua dove gli uccelli migratori fanno da padroni. All'ingresso del Comune di SOSSANO, al km 12.5, la via prosegue cambiando nome in via Marconi. Si raggiunge il centro del paese, al bivio con via S. Sepolcro si gira a destra, si passa sopra la Liona e, oltrepassata la statale, si gira a sinistra per via Mottolo e quindi via Liona, per costeggiare sino al km 15 l’argine destro della Liona. Una volta terminata la strada asfaltata, si può continuare per altri cinque chilometri su strada bianca del Consorzio Bonifica, passando davanti al Bosco di Pianura.
Al km 20, passato un cancello, ci si immette sulla Ciclabile della Riviera girando a destra. Si percorrono ulteriori due km e, all’altezza della zona industriale di AGUGLIARO, prima della rotatoria per Noventa-Agugliaro, si oltrepassa il Bisatto su un ponticello. Si imbocca quindi via Ponticelli (transitabile solo a piedi o in bici) che costeggia nuovamente la Liona, ora diventata quasi un fiume. Qui si ammira sull’altro argine Villa dal Verme, prototipo della villa veneta per eccellenza, e si continua fino al km 25, dove ci si immette sulla provinciale (solo per un chilometro) verso Vò, sino ad arrivare alla casa del Governo delle Acque, dove è ancora visibile il vecchio ponte in trachite. Si oltrepassano quindi il nuovo ponte sulla Liona, che poco più a sud sfocia nel Bisatto, e quello sul Bisatto, entrando in provincia di Padova. Qui finisce il nostro itinerario, tuttavia è possibile proseguire in due direzioni: girando a destra ci si immette nell’itinerario regionale E2 Anello dei Colli Euganei, che porta verso Este e Monselice; girando a sinistra, dopo aver passato Vò Vecchio e imboccata via Nina, si può percorrere al contrario il nostro Itinerario del Bisatto sino a Costozza e, grazie alla Ciclabile Riviera Berica, sino a Vicenza.


ITINERARIO DEL BISATTO

Punto di partenza: ex Casello di Costozza, piazza Valaurie.
Lunghezza: km 19 o 25.

L’itinerario corre lungo stradine a scarsissimo traffico nella parte iniziale e lungo l’argine sinistro del canale poi. Il Bisato (o Bisatto) nasce dalle acque che il Bacchiglione cede a Longare, scavato nel XII secolo dai Vicentini in guerra con Padova per privare l’acqua di difesa della città. Oggi costeggia dapprima i Berici per poi puntare verso gli Euganei e correre fino a Battaglia Terme, buttandosi nel canale Vigenzone con conca di navigazione.
Il nostro itinerario parte dall’ex Casello di Longare, ovvero il punto informativo del Consorzio e sede della Pro Loco Longare, situato lungo la Ciclabile Riviera Berica. A fianco vi è l’ampio parcheggio di Piazza Valaurie.
Ci si avvia verso il semaforo di PONTE DI COSTOZZA, si oltrepassa la SP 247 Riviera Berica e si imbocca via S. Gaetano. Al km 2 si devia a destra per via Steolazze, poi, passata la nuova rotatoria, al seguente incrocio si gira a sinistra per via Casoni.
All’inizio di VILLAGANZERLA (km 3.9) si gira a destra lungo via Bagnolo che conduce sino a Piazza Marconi di PONTE DI CASTEGNERO. Procedendo diritti si imbocca quindi via Bisato, che corre lungo l’argine del fiume sino al ponte all’ingresso di PONTE DI NANTO (in parte sterrata). Girando qui a sinistra e subito a destra, si imbocca via Cà Silvestre, si giunge in Piazzetta Roma (km 7.8) e proseguendo a destra si imbocca via Maralta. Si entra quindi in territorio di MOSSANO dove all’incrocio si procede diritto imboccando via Monticello. La via continua con lo stesso nome anche in comune di Barbarano. Si gira quindi a destra per raggiungere il centro di PONTE DI BARBARANO (via Crispi) e, superata la chiesa, si gira a sinistra per via Europa da percorrere tutta sino a via degli Arnaldi dove si gira a destra.
Poco oltre si imbocca la Ciclabile sulla sinistra (km 14) per poi sbucare sulla Provinciale. Si gira quindi a destra e, prima del ponte sul Bisato che porta in Riviera, a sinistra per via Fornasette (km 15). Ci si trova ora sull’argine sinistro del Bisato, che si percorre dapprima su strada asfaltata e quindi bianca. In territorio di ALBETTONE la via cambia nome in via Cà Bregana ma si procede diritti arrivando al centro di Albettone, raggiungendo l’antico porto e torre colombara sul fiume per il trasporto merci (soprattutto pietra – km 19.00. Piazza Umberto I). Da qui è possibile tornare alla località di partenza, girando a destra per Ponte Botti e, al km 21, prendendo la Ciclabile Riviera Berica che conduce direttamente all’ex Casello.
Altrimenti, per chi ha intenzione di effettuare ancora un po’ di strada, vi è la possibilità di proseguire lungo il tratto più bello dell’itinerario, tutto sull’argine. Dalla piazza si oltrepassa il ponte e si gira a destra in via Coazza, che, dopo essere passata sotto il nuovo ponte dell’autostrada, diventa bianca e vietata alle auto. Al km 24 si incontra la ciclabile E2 – Anello dei Colli Euganei. Si passa quindi per Vò Vecchio sino ad arrivare al ponte sul Bisatto (km 25).
Il punto di arrivo è lo stesso dell’Itinerario della Liona, che, volendo, si può intraprendere al contrario sino ad arrivare alla Ciclabile Riviera Berica che porta direttamente a Costozza … oppure, per i più intraprendenti, è possibile continuare per la E2 ed effettuare anche tutto il giro dei Colli Euganei.


ITINERARIO DEL BACCHIGLIONE

Punto di partenza: Secula di Longare.
Lunghezza: km 9.

Si tratta dell’itinerario realizzato dalla Società delle Autostrade Serenissima come compensazione per la realizzazione della nuova Valdastico Sud. Parte da Longare e per ora si ferma a Montegalda ma, in prospettiva, si collegherà con Padova tramite le ciclabili già esistenti. La partenza è a Secula di Longare, sull’argine sinistro del Bacchiglione, all'altezza del ponte vicino alla Trattoria Pergolino. Lì vicino passano sia la Ciclabile Riviera Berica che scende da Vicenza, che l’Itinerario del Bisato che parte dalla vicina Costozza, da considerarsi eventualmente come collegamento o integrazione a questo itinerario.
Si segue l’argine sinistro del fiume, si arriva alle chiuse di COLZÈ, una volta porto fluviale con imponente conca di navigazione ora in disuso. Oltrepassata la frazione di Colzè si giunge ad una grande rotatoria, si gira quindi a destra passando il ponte e ci si porta sull’argine destro del Bacchiglione, da seguire sino alla grande rotatoria di MONTEGALDELLA. Qui si gira a sinistra e, dopo un altro ponte, si raggiunge il centro di Montagalda.
Volendo, da Montegaldella, si può invece proseguire diritti e continuare sull’argine destro. Si passa sul retro di Villa Lampertico detta La Deliziosa e si raggiunge Cervarese S. Croce dove si trovano due ciclabili: una conduce a Veggiano e Padova (attraversando un ponticello solo pedonabile), mentre l’altra si collega poco più avanti con la E2 – Anello dei Colli Euganei.


 

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"Altavia e itinerari fluviali"

 

Itinerario Della Pietra

Itinerario Della Pietra

L' itinerario sarà prossimamente disponibile on-line anche sulla mappa interattiva dei sentieri e degli itinerari dei Colli Berici.
E' inoltre possibile scaricare i sentieri scelti anche su tablet e smartphone con traccia GPS!
La versione cartacea dell' "Itinerario della pietra" è inoltre reperibile presso la sede del Consorzio Pro Loco Colli Berici.

Itinerario della pietra

Quest’itinerario mette in evidenza un’importante caratteristica che lega da secoli l’uomo al territorio dei Colli Berici: la pietra. La pratica dell’escavazione e della lavorazione della pietra berica ha caratterizzato il territorio in tutti i suoi aspetti, dai primi insediamenti all’interno dei covoli, grotte naturali d’origine carsica, sino alla costruzione delle magnifiche ville palladiane.
Oggi l’estrazione della pietra è sicuramente ridotta e certamente più controllata rispetto a un tempo, ma i versanti dei colli -ed in particolare quello che dà sulla Riviera Berica-, mostrano con grande evidenza i segni dell’intensa opera dell’uomo. Abbandonate le cave di più antica origine, oggi l’attività estrattiva si concentra all’interno dell’altopiano e attorno alla Val Liona nei comuni di Zovencedo, Grancona e San Germano dei Berici.
Percorrendo l’itinerario della Pietra si passa dalla pianura, dove si possono ammirare i manufatti artistici ed architettonici, alla collina, dove sono presenti le cave in galleria (veri e propri reperti d’archeologia industriale) e le cave a cielo aperto. Si possono inoltre percorrere le strade che un tempo venivano usate per portare i massi a valle o visitare cave e botteghe della pietra ancora attive.

L’itinerario nel suo complesso è stato concepito per essere effettuato sia in auto/moto che a piedi. Il percorso motorizzato permette di conoscere in breve tempo le diverse realtà legate alla pietra ed è frazionabile in due parti. Agli itinerari pedonali invece è affidata la parte naturalistica e storico-culturale della visita, per poter gustare “a passo lento” e da vicino le meraviglie del territorio.

Si consiglia di cominciare il percorso da Longare, più precisamente a Costozza (ampio parcheggio in piazza Valaurie, con annesso Ex-Casello, punto turistico informativo del Consorzio), dove si può ammirare la preziosa sintesi dell’ambiente della pietra: architettura, cultura e paesaggio si compongono in una visione unitaria che non ha eguali. A Costozza si incontrano villa Trento, villa Æolia (oggi ristorante noto anche per i ventidotti), ville e giardini da Schio, la strada dei “tajapiera” che porta alla pieve di San Mauro, mentre sullo sfondo si stagliano l’antica cava a cielo aperto e le case rupestri.
Si prosegue quindi sino a Lumignano da dove è possibile lasciare la macchina e salire a piedi sui Berici effettuando due degli itinerari pedonali dedicati alla pietra: l’Itinerario del Brojo e dell’Eremo di San Cassiano (n. 1) e l’Itinerario dello Scandolaro (n. 2), che segue uno “scaranto” di particolare bellezza. È inoltre possibile percorrere numerosi altri sentieri di grande bellezza storico-naturalistica (segnavia bianco-rosso, sentieri nn. 1-2-3-4-5-6-8).
Procedendo in macchina si incontra quindi il centro di Castegnero, famoso per le ciliegie, da cui parte l’Itinerario dei Covoli di Castegnero (n. 3), percorribile a piedi, che permette di ammirare villa Maffei Costalunga, Fontana Fozze e la Vecchia Parrocchiale di Nanto.
Sempre costeggiando il versante orientale dei Colli Berici, che da qui in poi si caratterizza per la coltura dell’olivo, si giunge a Nanto, rinomata per la sua Pietra Gialla e per il Simposio Internazionale NantoPietra (1985-2008). Degne di nota sono la Nuova Parrocchiale di Nanto, con altari in pietra gialla di Nanto del 1400-1500, la vecchia cava di pietra gialla di Nanto, il Lavatoio delle Priare.
Da Nanto si sale poi verso l’interno dell’altopiano lungo la Strada Provinciale degli Olivi (SP 107), di grande bellezza, il cui nome rivela inoltre il suo tratto caratteristico. Lungo questa strada si incontra la Valletta dei Poeti, abbellita da numerose sculture di artisti locali o provenienti da NantoPietra, e si raggiungono quindi i comuni di Grancona e Zovencedo. Qui si possono ammirare dei bellissimi esempi di cave dismesse, ad anfiteatro e a grotta, ed è ancora possibile osservare la realtà produttiva estrattiva e laboratoriale. Si segnala in particolar modo la Cava Cice, in località La Sengia di Zovencedo, di proprietà e riqualificata dal Comune di Zovencedo. Essa non solo presenta i segni delle originali tecniche d’escavazione in galleria ma ospita al suo interno il Museo della Pietra (visitabile liberamente). Nelle vicinanze è visitabile inoltre anche la Casa rupestre.
Si entra quindi a piè pari nella Val Liona, terra senza tempo, un lembo di fertile pianura cinto e protetto dai Colli Berici. Attraversando il comune di San Germano dei Berici si consiglia di visitare i borghi di Villa del Ferro e Campolongo. Il primo è un concentrato di bellezza che raccoglie ben tre dimore patrizie: la gotica Villa Giacometti (XV sec.), Villa Priuli Lazzarini, grandiosa costruzione della seconda metà del Cinquecento, ed infine Villa Costozza Bollani Brunello, della seconda metà del Settecento. Il secondo è un affascinante quanto antico borgo, ex castello vescovile, un complesso architettonico unitario che dà l’impressione di una fortezza medievale arroccata e dominante sulla Liona. Al suo interno la seicentesca Villa Dolfin, la torre colombara del Quattrocento, la chiesa di S. Andrea e i rustici.
Si prosegue dunque verso Villaga con i suoi covoli di San Donato, da cui si gode inoltre una splendida vista, per poi riportarsi sul versante orientale dei Berici, toccando i centri di Barbarano e Mossano. A Barbarano è consigliata la visita della chiesa parrocchiale con annesso museo di reperti lapidei storici e di arte sacra, del Palazzo dei Canonici, del Castello Marinoni ed infine del convento di San Pancrazio, più appartato. A Mossano, invece, si suggeriscono i covoli delle Prigioni, la grotta di San Bernardino (entrambi visitabili su prenotazione alla Pro Loco di Mossano o al Consorzio), la Valle dei Mulini e Villa Pigafetta Camerini (XVII-XVIII sec.).
È inoltre possibile effettuare altri due percorsi pedonali dedicati alla pietra: l’Itinerario dei Covoli di Mossano (n. 4) o l’Itinerario della Cengia e della Scudelletta (n. 5), dedicati soprattutto alla scoperta di covoli. Infine, il ritorno a Longare è occasione per visitare altri laboratori di lavorazione della pietra ancora attivi, nonché per guardare da una sufficiente distanza il paesaggio collinare, caratterizzato dalla spettacolare scogliera oligocenica di Lumignano, fiancheggiando il canale Bisatto, anticamente usato per il trasporto dei blocchi di pietra in direzione di Padova e Venezia, come il vicino Bacchiglione.


PERCORRENZA MOTORIZZATA

Punto preferenziale di partenza: Longare. L’itinerario è segnalato lungo le principali direttrici del Comprensorio dei Colli Berici (SR 10, SR 11, SP 247, SP 500).
Lunghezza: km 64 circa.

Il percorso tocca i comuni di Longare (frazioni di Costozza e Lumignano), Castegnero, Nanto, sale quindi in quota a Zovencedo, Grancona, passa per S. Germano dei Berici, Villaga, Barbarano Vicentino e Mossano. Tornati a Nanto, l’itinerario si allontana dalla pedecollinare e raggiunge la SP 247 Riviera Berica per raggiungere nuovamente a Longare.


PERCORRENZA PEDONALE

1. ITINERARIO DEL BROJO E DI S. CASSIANO

Punto di partenza: Lumignano, piazza.
Lunghezza: km 2 circa.
Unisce un breve tratto del Sentiero delle Scogliere di S. Cassiano (n. 3), che permette di ammirare il covolo Copacan, i covoli della Sengia Alta e l’Eremo di S. Cassiano, con un tratto nuovo che scende al Brojon e torna poi al punto di partenza a Lumignano.

2. ITINERARIO DELLO SCANDOLARO

Punto di partenza: Lumignano, piazza.
Lunghezza: km 9.5 circa.

Coincide con il Sentiero dello Scandolaro (n. 6) e raggiunge gli angoli meno conosciuti di Lumignano, ricchi di grotte e punti panoramici inconsueti, toccando il Sengio dei Mulini, Ca’ Menarini e il Covolo Colasso.

3. ITINERARIO DEI COVOLI DI CASTEGNERO

Punto di partenza: Castegnero, parrocchiale di S. Giorgio.
Lunghezza: km 3 circa.

Percorre in parte il Sentiero del Monte delle Rose (n. 1) e si sposta sul Sentiero dei Sengi Bei (n. 9). Attraversando l’altopiano che sovrasta il centro di Castegnero, l’escursione permette di ammirare una serie di interessanti covoli tra cui le Grotte della Guerra e della Mura, il complesso dei Sengi Bei, il Covolo Murato Grande o del Merlo e le belle fontana del Fonteccio e fontana Fozze.

4. ITINERARIO DEI COVOLI DI MOSSANO O DELLE PRIGIONI

Punto di partenza: Mossano, nei pressi del Municipio.
Lunghezza: km 7 circa.

Il percorso ricalca in parte il Sentiero di S. Bernardino (n. 81) e consente di ammirare i suggestivi siti dell’Eremo di S. Bernardino, i covoli di Paina e delle Tette e il bellissimo complesso architettonico delle Prigioni.

5. ITINERARIO DELLA CENGIA E DELLA SCUDELETTA

Punto di partenza: Barbarano, piazza.
Lunghezza: km 9.5 circa.

Percorre in parte il Sentiero della Cengia (n. 71) ed un breve tratto del Sentiero della Scudeletta (n. 75). Permette la visita all’importante necropoli rupestre, al Covolo della Sengia, alla fontana di S. Giovanni, alla Scudeletta e alla Grotta della Salvata, fino a raggiungere nuovamente il centro di Barbarano costeggiando il Monte Tondo e passando per Villa Godi Marinoni.


 

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"Itinerari della Pietra"

 

Itinerario Dalla Terra Alla Tavola

Itinerario Dalla Terra Alla Tavola

L' itinerario sarà prossimamente disponibile on-line anche sulla mappa interattiva dei sentieri e degli itinerari dei Colli Berici.
E' inoltre possibile scaricare i sentieri scelti anche su tablet e smartphone con traccia GPS!
La versione cartacea dell' "Itinerario dalla Terra alla Tavola" è inoltre reperibile presso la sede del Consorzio Pro Loco Colli Berici.

Altavia dei Berici

L’Itinerario Dalla Terra alla Tavola si estende per una percorrenza motorizzata di circa 100 km, ma offre anche la possibilità di effettuare alcune escursioni a piedi grazie a tre percorsi pedonali tematici (15 km circa in tutto). Il percorso in auto/moto permette di gustarsi l’ambiente collinare e della pianura scoprendo di borgo in borgo le produzioni tipiche e le loro modalità di coltivazione.
I tre itinerari pedonali si configurano come approfondimenti specifici di queste realtà e si collocano sempre in ambiti paesaggistici di gran pregio. L’Itinerario degli Ulivi è stato pensato per esaltare il mare verde della Riviera e i suoi frutti così preziosi: da anni l’olio DOP prodotto nei Berici è riconosciuto e premiato come uno dei migliori d’Italia nella categoria Fruttato leggero. L’Itinerario di Corte Calto-Zovencedo attraversa i due versanti di una piccola affascinante valle, offrendo un significativo esempio di edilizia e vita rurale presente nei Berici fino a poco più di un secolo fa. Infine l’Itinerario dei Mulini della Val Liona tocca in sequenza tutti i mulini esistenti tra Spiazzo e Pederiva, rivelando questi affascinanti testimoni di un antico e fondamentale rapporto con l’acqua.

PERCORRENZA MOTORIZZATA

Punto di partenza preferenziale: Longare. In alternativa è possibile cominciare da Orgiano.
Lunghezza: circa 100 km.

È possibile iniziare da due punti: a nord da Longare o a sud da Orgiano. Prendendo per comodità come punto di partenza Longare, si segue dapprima in modo abbastanza libero la pedemontana, quindi si sale in località Pozzolo di Villaga, si attraversa la Val Liona ed infine si arriva ad Orgiano.
I diversi centri che si susseguono lungo l’itinerario si collocano tutti ai piedi delle colline, avendo sviluppato nei secoli proprie specificità. Così a Costozza è possibile trovare coltivazioni di funghi in grotta, a Lumignano coltivazioni di piselli nei terrazzamenti, a Castegnero filari di ciliegi, a Nanto distese di uliveti, a Barbarano e Villaga campi di vigneti, a Grancona e Mossano mulini.
Due le deviazioni previste. La prima conduce da Longare a Montegalda e Montegaldella, per osservare il sistema di opere idrauliche create per lo sfruttamento delle vie d’acqua, in particolare il fiume Bacchiglione.
La seconda porta da Orgiano nella bassa pianura vicentina, nei centri di Asigliano, Pojana Maggiore, Noventa, Agugliaro e Campiglia. Qui la deviazione permette di approfondire la conoscenza soprattutto dell’eccezionale estensione agraria e delle tipicità delle coltivazioni, come il tabacco (Pojana Maggiore e Asigliano Veneto), il radicchio rosso (Asigliano Veneto), la patata dorata del Guà (Pojana Maggiore e Asigliano Veneto), o ancora coltivazioni biologiche di kiwi (Asigliano Veneto).


PERCORRENZA PEDONALE

1. ITINERARIO PEDONALE DEGLI ULIVI

Punto di partenza: Nanto, piazzetta delle Scuole Comunali.
Lunghezza:km 5 circa.

Coincide con il Sentiero degli Ulivi (n. 84) con partenza e arrivo a Nanto. Dopo un breve tratto pianeggiante lungo via Cà Bassa che permette di osservare due vecchi lavatoi in pietra da poco ripristinati (fontana del Sòto e lavatoio delle Priare), l’itinerario si snoda lungo le colline rivolte a sud, immediatamente al di sopra del centro, attraversando prima il sottobosco umido e poi i suggestivi terrazzamenti coltivati a vigneti e, soprattutto, ad uliveti, con una bellissima vista verso la pianura ed i Colli Euganei.

2. ITINERARIO PEDONALE DI CORTE CALTO–ZOVENCEDO

Punto di partenza: Zovencedo, dietro la chiesa di S. Nicola.
Lunghezza: km 5 circa.

Si tratta di una riduzione del Sentiero di Zovencedo (n. 63), da percorrere in senso inverso. Da Corte Calto si raggiunge Zovencedo passando per la Sengia, rupe scavata e adattata ad abituro fino agli anni ‘60. Quindi si torna al punto di partenza attraversando i due versanti di una piccola ma affascinante valle con sosta presso Borgo Calto, significativo ed affascinante esempio di edilizia rurale.

3. ITINERARIO PEDONALE DEI MULINI DELLA VAL LIONA

Punto di partenza: Spiazzo di Grancona, area della Fontana.
Lunghezza: km 5 circa.

Percorre in parte il Sentiero panoramico di Pederiva-Spiazzo (n. 61), per un tratto sale sul versante nord-ovest del Monte Faeo e si unisce poi con il Sentiero didattico del Monte Faeo (n. M). Infine tocca in sequenza tutti i mulini esistenti tra Spiazzo e Pederiva, svelando questi affascinanti testimoni di un antico rapporto con l’acqua e il territorio circostante.


 

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"Itinerario dalla Terra alla Tavola"

A. Ciclabile Riviera Berica

A. Ciclabile Riviera Berica

Punto di partenza: Vicenza, piazzale Fraccon
Punto di arrivo: Noventa, stazione delle corriere
Lunghezza: km 32.5 (3-4 ore)
La Ciclabile collega Vicenza con Noventa Vicentina ricalcando il tracciato della vecchia ferrovia. Facile e sicura, permette al ciclista di godere del paesaggio con ampia visuale sui Berici, sugli Euganei e sulle Prealpi vicentine. Per lunghi tratti la pista scorre tra corsi d’acqua e ordinate campagne, ricche di flora e di fauna  selvatica. Soste e deviazioni permettono di avvicinarsi a borgate ricche di arte, storia e natura come la Villa “La Rotonda”, il centro storico di Costozza, l’ambiente “dolomitico” di Lumignano, Villa Pigafetta-Camerini al Montruglio di Mossano, ecc.

Carte e guide dedicate:

  • Lungo la Ciclabile Riviera Berica, IPA-Area Berica, Centro Studi Berici-Sossano.

B. Itinerario ciclo-turistico "Giro delle Valli"

B. Itinerario ciclo-turistico "Giro delle Valli"

Punto di partenza: Vicenza, piazzale Fraccon
Lunghezza: km 32 (3-4 ore)
Facile tour in bicicletta che, deviando dalla Ciclabile Riviera Berica, offre la possibilità di apprezzare il paesaggio pedecollinare dei Berici. Lasciata la Ciclabile all’altezza della Villa “La Rotonda” si gode la vista dei borghi del Tormeno, Villa di Arcugnano, sino ad arrivare a Fimon e Lapio. È quindi consigliato il giro del Lago di Fimon, ricco di flora e fauna, per poi tornare verso la Ciclabile attraversando Palù e Grancare.
L’itinerario è parzialmente ripreso anche dalla Regione Veneto con il nome di “E7-I Paesaggi del Palladio”.

Carte e guide dedicate:

  • Pedali nel verde, itinerari cicloturistici lungo la pista ciclabile “Riviera Berica”, Geografica Editrice.
  • Lungo la Ciclabile Riviera Berica, IPA-Area Berica, Centro Studi Berici-Sossano.

C. Itinerario ciclo-turistico "Giro di Casale"

C. Itinerario ciclo-turistico "Giro di Casale"

Punto di partenza: Vicenza, piazzale Fraccon
Lunghezza: km 14.4 (2 ore circa)
L’itinerario, tutto su strada pianeggiante, si snoda ad est della Ciclabile Riviera Berica, con la possibilità di ammirare, immerse nella campagna, una roggia e diverse ville rinascimentali (XV-XVI sec.). Si consiglia inoltre una sosta con visita all’oasi WWF di Casale, importante zona umida (circa 24 ha) attrezzata a scopo scientifico e didattico.

Carte e guide dedicate:

  • Pedali nel verde, itinerari cicloturistici lungo la pista ciclabile “Riviera Berica”, Geografica Editrice.
  • Lungo la Ciclabile Riviera Berica, IPA-Area Berica, Centro Studi Berici-Sossano.

D. Itinerario ciclo-turistico della Favorita (Sentiero 44)

D. Itinerario ciclo-turistico della Favorita (Sentiero 44)

Punto di partenza: da uno dei centri di Sarego, Meledo e Monticello di Fara
Lunghezza: km 19 (2 ore circa)
Itinerario libero tra il fiume Guà e la campagna nel fondovalle dei Berici occidentali. Basta una comune bicicletta (anche se la MTB è preferibile) per inoltrarsi lungo le stradine secondarie alla scoperta di angoli poco visitati e ricchi di curiosità. Elemento di rilievo è la scenografica Villa da Porto detta La Favorita (arch. F. Muttoni, 1715).

Carte e guide dedicate:

  • Sarego. Carta del territorio - Itinerari escursionistici, Comune di Sarego, Geografica Editrice.

E. Percorso ciclo-turistico delle Fontane (Sentiero 77)

E. Percorso ciclo-turistico delle Fontane (Sentiero 77)

Punto di partenza: Ponte di Barbarano
Lunghezza: km 23 (2-3 ore)
Escursione su due ruote lungo tratti per di più pianeggianti attorno al Monticello di Barbarano e il colle di S. Pancrazio scoprendo varie sorgenti, alcune anche termali come il “Bagno di Barbarano”.

Carte e guide dedicate:

  • Con noi, lungo le vie e i sentieri di Barbarano Vicentino, Comune di Barbarano Vicentino.

F. Sentiero archeologico-didattico di Arcugnano

F. Sentiero archeologico-didattico di Arcugnano

Punto di partenza: Torri di Arcugnano, scuola media U. Foscolo
Lunghezza: km 7-8 (4 ore)
L’itinerario permette di conoscere le aree del bacino di Fimon che sono state frequentate dall’uomo nel Neolitico, Eneolitico ed Età del Bronzo. Dei pannelli illustrano le campagne di scavo i cui reperti sono esposti nel Museo Naturalistico Archeologico di S. Corona a Vicenza.

Carte e guide dedicate:

  • Sentiero archeologico didattico, Scuola media “U.Foscolo”, depliant.

G. Sentiero Natura Lago di Fimon-Pianezze

G. Sentiero Natura Lago di Fimon-Pianezze

Punto di partenza: Arcugnano, area di sosta a nord del Lago di Fimon
Lunghezza: km 4 (2 ore circa)
Ideale approccio didattico all’ambiente collinare e alla più importante zona umida del Vicentino. L’itinerario permette ampie vedute sul bacino lacustre passando tra coltivi contrade e aree boscate fino a giungere sulle rive del lago ad osservare la flora e la fauna tipica.

Carte e guide dedicate:

  • Sentiero natura “Lago di Fimon- Pianezze”, WWF-Regione Veneto.

H. Sentiero Natura di Brendola

H. Sentiero Natura di Brendola

Punto di partenza: Brendola, Piazza Revese
Lunghezza: 4 km circa (2-3 ore)
Breve e facile anello escursionistico, consigliato per scolaresche e famiglie; attraversa zone interessanti dal punto di vista naturalistico e storico-artistico, tra cui la “Rocca dei Vescovi “ che caratterizza il paesaggio.

Carte e guide dedicate:

  • Sentiero Natura “ Brendola”, Comune di Brendola.

I. Sentiero accessibile dei Monti Comunali di Brendola

I. Sentiero accessibile dei Monti Comunali di Brendola

Punto di partenza: area di sosta in “Pineta di Brendola”, via Monti Comunali
Lunghezza: km 1.8 (mezz’ora circa)
Realizzato dal Servizio Forestale Regionale di Vicenza, il percorso è facile da raggiungere e non presenta ostacoli o barriere. Il breve anello si snoda in un bel bosco di carpini con isolate conifere ma si apre anche su balze panoramiche soleggiate.

Carte e guide dedicate:

  • Sui Sentieri accessibili, Regione Veneto.

L. Itinerario didattico-ambientale "Passeggiando ad Alonte"

L. Itinerario didattico-ambientale "Passeggiando ad Alonte"

Punto di partenza: Alonte, municipio
Lunghezza: alcuni km, percorribili in un paio d’ore
L’itinerario, studiato e realizzato dalle scuole elementari locali, permette di conoscere il paesaggio e curiose tracce degli insediamenti umani del luogo.

Carte e guide dedicate:

  • Passeggiando ad Alonte, Comune di Alonte e WWF.

M. Sentiero didattico Monte Faeo

M. Sentiero didattico Monte Faeo

Punto di partenza: San Germano dei Berici, via Valli
Lunghezza: un paio di km (un’ora circa)
Percorso didattico realizzato dalla scuola elementare e dall’azienda agrituristica “Le Valli”. Nove “aule verdi” fanno conoscere aspetti naturalistici ed antropici particolari.

Carte e guide dedicate:

  • Sentiero di S. Germano e sentiero didattico Monte Faeo, Comune di S. Germano e CAI Noventa Vicentina.