Elenco dei
Comuni
Agugliaro
Agugliaro
Sede comunale:
Via Fogazzaro 5
36020 Agugliaro (VI)
Sito web: www.comune.agugliaro.vi.it
Località e frazioni: Capitello, Finale, Sopra L'Acqua
Superficie: 14,63 Kmq
Altitudine: 13 m.s.l.m.
Abitanti: 1.348
Origine Toponimo: Il toponimo è di difficile comprensione dato che è stato attestato in diverse forme: Aguiglarium, Aquilarium, Agugiaro, Aquilario e Lagugiaro. Possibili interpretazioni rivelano un legame con aquila o con acucula (equivalente a spineto).
Storia: Le prime testimonianze relative a questa località si trovano in un documento degli anni 1297-1303, dove si parla della Ecclesia de Agugiaro. A partire dal 1288, e ancora in documenti del XIV e XV secolo, il territorio appare diviso in due entità distinte, ambedue con castello e opere di difesa di cui oggi è sparita ogni traccia: Agugliaro e Fogliascheda. Nel 1462 Alessandro Pigafetta acquistò i beni di Agugliaro con la giurisdizione di contea dalla Serenissima, mentre pare che tra il 1473 e il 1481 Matteo Pigafetta abbia acquistato altri terreni espropriati alla famiglia Dal Verme. Questa nobile famiglia rimase presente nella zona per un lungo periodo. (Testo liberamente tratto dalla raccolta "Il Veneto paese per paese", Casa Editrice Bonechi).
Eventi paesani:
Sagra di San Marco 25 aprile, in località Calliana
"Ville aperte ad Agugliaro" 4 luglio
Festa patronale San Bortolo 21-22-23-24 agosto
Segreteria:
Tel: 0444.891003
Fax: 0444.891389
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Via Fogazzaro 5
36020 Agugliaro (VI)
Sito web: www.comune.agugliaro.vi.it
Località e frazioni: Capitello, Finale, Sopra L'Acqua
Superficie: 14,63 Kmq
Altitudine: 13 m.s.l.m.
Abitanti: 1.348
Origine Toponimo: Il toponimo è di difficile comprensione dato che è stato attestato in diverse forme: Aguiglarium, Aquilarium, Agugiaro, Aquilario e Lagugiaro. Possibili interpretazioni rivelano un legame con aquila o con acucula (equivalente a spineto).
Storia: Le prime testimonianze relative a questa località si trovano in un documento degli anni 1297-1303, dove si parla della Ecclesia de Agugiaro. A partire dal 1288, e ancora in documenti del XIV e XV secolo, il territorio appare diviso in due entità distinte, ambedue con castello e opere di difesa di cui oggi è sparita ogni traccia: Agugliaro e Fogliascheda. Nel 1462 Alessandro Pigafetta acquistò i beni di Agugliaro con la giurisdizione di contea dalla Serenissima, mentre pare che tra il 1473 e il 1481 Matteo Pigafetta abbia acquistato altri terreni espropriati alla famiglia Dal Verme. Questa nobile famiglia rimase presente nella zona per un lungo periodo. (Testo liberamente tratto dalla raccolta "Il Veneto paese per paese", Casa Editrice Bonechi).
Eventi paesani:
Sagra di San Marco 25 aprile, in località Calliana
"Ville aperte ad Agugliaro" 4 luglio
Festa patronale San Bortolo 21-22-23-24 agosto
Segreteria:
Tel: 0444.891003
Fax: 0444.891389
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Albettone
Albettone
Sede comunale:
Via De Salvi, 36
36020 Albettone (VI)
Sito web: www.comune.albettone.vi.it
Località e frazioni: Lovertino e Lovolo Vicentino
Superficie: 20,34 Kmq
Altitudine: 19 m.s.l.m.
Abitanti: 2.160
Origine Toponimo: Il nome Albettone sembra derivi dal termine di "Al Betone", voce derivante da "Bodo" (fossato), in riferimento quindi alla presenza di corsi d'acqua.
Storia: I primi insediamenti sembrano risalire ad età molto antiche, infatti sono stati trovati dei reperti dell'epoca romana, attorno alla chiesetta dei S.S. Vito e Modesto. Si sono scoperti frammenti di anfore, pezzi di spade, pietre grezze, sagomate e lavorate, e molti cocci laterizi. Albettone viene ufficialmente nominato per la prima volta nel 983, in un privilegio del vescovo di Vicenza Rodolfo col quale si donavano al Monastero dei Santi Vito e Modesto alcune masserizie. Secondo la tradizione un castello sorgeva sulla cima del colle che tuttora conserva il nome di Castellaro; esso fu probabilmente distrutto fra il XIII e il XIV secolo, periodo in cui infuriava la guerra tra Vicenza e Padova e non fu più riedificato.
Eventi paesani:
Sagra delle Rose 1-2-3-4 maggio
Sagra dei Maroni 23-24-25 ottobre
Segreteria:
Tel: 0444.790001
Fax: 0444.790073
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Via De Salvi, 36
36020 Albettone (VI)
Sito web: www.comune.albettone.vi.it
Località e frazioni: Lovertino e Lovolo Vicentino
Superficie: 20,34 Kmq
Altitudine: 19 m.s.l.m.
Abitanti: 2.160
Origine Toponimo: Il nome Albettone sembra derivi dal termine di "Al Betone", voce derivante da "Bodo" (fossato), in riferimento quindi alla presenza di corsi d'acqua.
Storia: I primi insediamenti sembrano risalire ad età molto antiche, infatti sono stati trovati dei reperti dell'epoca romana, attorno alla chiesetta dei S.S. Vito e Modesto. Si sono scoperti frammenti di anfore, pezzi di spade, pietre grezze, sagomate e lavorate, e molti cocci laterizi. Albettone viene ufficialmente nominato per la prima volta nel 983, in un privilegio del vescovo di Vicenza Rodolfo col quale si donavano al Monastero dei Santi Vito e Modesto alcune masserizie. Secondo la tradizione un castello sorgeva sulla cima del colle che tuttora conserva il nome di Castellaro; esso fu probabilmente distrutto fra il XIII e il XIV secolo, periodo in cui infuriava la guerra tra Vicenza e Padova e non fu più riedificato.
Eventi paesani:
Sagra delle Rose 1-2-3-4 maggio
Sagra dei Maroni 23-24-25 ottobre
Segreteria:
Tel: 0444.790001
Fax: 0444.790073
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Alonte
Alonte
Sede comunale:
Piazza Santa Savina, 9
36045 Alonte (VI)
Sito web: www.comune.alonte.vi.it
Località e frazioni: Corlanzone e Stamberga.
Superficie: 11,16 Kmq
Altitudine: 34 m.s.l.m.
Abitanti: 1.150
Origine Toponimo: Il toponimo sembra designare l’insediamento sull’Alona che costituisce forse il nome originario del corso d’acqua attualmente denominato Alonte, come il paese.
Storia: I ricchissimi reperti del proto veneto, rinvenuti in località Molini, attestano l’esistenza in questi luoghi di uno dei numerosi castellieri tipici di tutta la regione berico - euganea. Nominato per la prima volta in uno scritto del 753, Alonte riappare, con la frazione Corlanzone, in un documento del X° secolo relativo ai beni donati al vescovo di Mantova dal marchese Almerico. In questi territori ebbero vasti possedimenti anche la famiglia del celebre antipapa Onorio II e i Conti Pilio di Sossano. Sembra inoltre accertato il fatto che negli ultimi anni del IX° secolo, caratterizzati dalle periodiche invasioni degli Ungari, ad Alonte si sia allestito un primitivo sistema di fortificazioni che comprendeva la chiesa parrocchiale, forse incasellata. Assai scarse sono le notizie riguardanti il castello medioevale, di cui esiste ancora qualche traccia, probabilmente distrutto intorno al 1312. Infatti nel 1312 il villaggio di Alonte fu devastato e incendiato tanto che “stando in Lonigo miravasi il fumo di questo incendio” (Maccà). In epoca scaligera Alonte fu di proprietà della famiglia vicentina De’ Proti, come si può ricavare dal documento datato 27 luglio 1393 in cui si legge che a Giampietro Proto veniva confermata la giurisdizione del vicariato di Alonte, Corlanzone e Mocendre. Successivamente subentrarono i Traversi.
Eventi paesani:
"Vini Vitigni e Sapori" 25 aprile
Sagra di San Michele 29 settembre, in località Corlanzone
Segreteria:
Tel. 0444.439203
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Piazza Santa Savina, 9
36045 Alonte (VI)
Sito web: www.comune.alonte.vi.it
Località e frazioni: Corlanzone e Stamberga.
Superficie: 11,16 Kmq
Altitudine: 34 m.s.l.m.
Abitanti: 1.150
Origine Toponimo: Il toponimo sembra designare l’insediamento sull’Alona che costituisce forse il nome originario del corso d’acqua attualmente denominato Alonte, come il paese.
Storia: I ricchissimi reperti del proto veneto, rinvenuti in località Molini, attestano l’esistenza in questi luoghi di uno dei numerosi castellieri tipici di tutta la regione berico - euganea. Nominato per la prima volta in uno scritto del 753, Alonte riappare, con la frazione Corlanzone, in un documento del X° secolo relativo ai beni donati al vescovo di Mantova dal marchese Almerico. In questi territori ebbero vasti possedimenti anche la famiglia del celebre antipapa Onorio II e i Conti Pilio di Sossano. Sembra inoltre accertato il fatto che negli ultimi anni del IX° secolo, caratterizzati dalle periodiche invasioni degli Ungari, ad Alonte si sia allestito un primitivo sistema di fortificazioni che comprendeva la chiesa parrocchiale, forse incasellata. Assai scarse sono le notizie riguardanti il castello medioevale, di cui esiste ancora qualche traccia, probabilmente distrutto intorno al 1312. Infatti nel 1312 il villaggio di Alonte fu devastato e incendiato tanto che “stando in Lonigo miravasi il fumo di questo incendio” (Maccà). In epoca scaligera Alonte fu di proprietà della famiglia vicentina De’ Proti, come si può ricavare dal documento datato 27 luglio 1393 in cui si legge che a Giampietro Proto veniva confermata la giurisdizione del vicariato di Alonte, Corlanzone e Mocendre. Successivamente subentrarono i Traversi.
Eventi paesani:
"Vini Vitigni e Sapori" 25 aprile
Sagra di San Michele 29 settembre, in località Corlanzone
Segreteria:
Tel. 0444.439203
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Asigliano Veneto
Asigliano Veneto
Sede comunale:
Via IV Novembre, 3
36020 Asigliano Veneto (VI)
Sito web: www.comune.asiglianoveneto.vi.it
Superficie: 8,10 Kmq
Altitudine: min 16 max 22 m.s.l.m.
Abitanti: 926
Origine toponimo: L’origine del nome è incerta, appare per la prima volta in un diploma dell’imperatore Federico I, del 1158 come Assillanum. Nel corso dei secoli il nome subisce vari mutamenti fino al divenire nel nostro secolo Asigliano. Lo Stemma è rappresentato da un Castello di colore giallo e marrone in campo verde con base in colore azzurro.
Eventi paesani:
Sagra di San Giusta 26-27-29-30 agosto
Festa patronale San Martino 7 novembre
Festa del radicchio rosso 5-8-10-11-12 dicembre
Segreteria:
Tel. 0444.872014
Fax: 0444.872287
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Via IV Novembre, 3
36020 Asigliano Veneto (VI)
Sito web: www.comune.asiglianoveneto.vi.it
Superficie: 8,10 Kmq
Altitudine: min 16 max 22 m.s.l.m.
Abitanti: 926
Origine toponimo: L’origine del nome è incerta, appare per la prima volta in un diploma dell’imperatore Federico I, del 1158 come Assillanum. Nel corso dei secoli il nome subisce vari mutamenti fino al divenire nel nostro secolo Asigliano. Lo Stemma è rappresentato da un Castello di colore giallo e marrone in campo verde con base in colore azzurro.
Eventi paesani:
Sagra di San Giusta 26-27-29-30 agosto
Festa patronale San Martino 7 novembre
Festa del radicchio rosso 5-8-10-11-12 dicembre
Segreteria:
Tel. 0444.872014
Fax: 0444.872287
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Arcugnano
Arcugnano
Sede comunale:
Piazza Mariano Rumor, 15
36057 Arcugnano (VI)
Sito web: www.comune.arcugnano.vi.it
Località e frazioni: Fimon, Lago di Fimon, Perarolo, Pianezze e Villabalzana
Superficie: 41 Kmq
Altezza: 60 m.s.l.m.
Abitanti: 7.816
Origine Toponimo: Origine del nome. Deriva da fundus Arconianus, cioè fondo, possedimento di Arconius.
Storia: In varie località dell"antico bacino del Fimon furono compiute, fin dal 1860, ricerche archeologiche che portarono alla scoperta di resti di palafitte. Originarie della Svizzera, le palafitte si diffusero in tutta la Valle Padana; a Fimon, come del resto attorno al laghetto della Fontega ora prosciugato, apparvero nel Neolitico (secondo alcuni studiosi) o nel successivo (secondo altri). Assieme alle palafitte furono ritrovati oggetti d"osso, piroghe, stoviglie a impasto nero, accette di pietra e di bronzo. Arcugnano viene ricordata nel 1186 come possesso del vescovo di Vicenza. Nel 1261 gli abitanti del paese rifiutarono di pagare le decime alla cattedrale; ne sortì una contesa che culminò con la scomunica degli arcugnanesi (1327). Successivamente il paese seguì le sorti di Vicenza, passata a Venezia nel 1404.
Eventi paesani:
Sagra di San Luca 3° domenica di maggio, in località Torri di Arcugnano
Sagra di San Bernardino 3° domenica di maggio, in località Perarolo
Sagra ai Monti ultima domenica di maggio, in località Lapio
Festa della Bruschetta ultima domenica di giugno e 1° di luglio
Sagra di San Giovanni Battista giugno
Festa a Fimon luglio, in località Fimon
Festa della Sopressa 3° domenica di luglio, in località Villabalzana
Sagra di San Rocco a metà agosto, in località Villa di Fimon
Festa del pesce ultima domenica di agosto
Festa della Santa Croce e delle Famiglie 2° domenica di settembre
Segreteria:
Tel: 0444.530622
Fax: 0444.240450
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Gruppo Astrofili Vicentini "Girgio Abetti"
Via S. Giustina 127
36057 Arcugnano (VI)
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Piazza Mariano Rumor, 15
36057 Arcugnano (VI)
Sito web: www.comune.arcugnano.vi.it
Località e frazioni: Fimon, Lago di Fimon, Perarolo, Pianezze e Villabalzana
Superficie: 41 Kmq
Altezza: 60 m.s.l.m.
Abitanti: 7.816
Origine Toponimo: Origine del nome. Deriva da fundus Arconianus, cioè fondo, possedimento di Arconius.
Storia: In varie località dell"antico bacino del Fimon furono compiute, fin dal 1860, ricerche archeologiche che portarono alla scoperta di resti di palafitte. Originarie della Svizzera, le palafitte si diffusero in tutta la Valle Padana; a Fimon, come del resto attorno al laghetto della Fontega ora prosciugato, apparvero nel Neolitico (secondo alcuni studiosi) o nel successivo (secondo altri). Assieme alle palafitte furono ritrovati oggetti d"osso, piroghe, stoviglie a impasto nero, accette di pietra e di bronzo. Arcugnano viene ricordata nel 1186 come possesso del vescovo di Vicenza. Nel 1261 gli abitanti del paese rifiutarono di pagare le decime alla cattedrale; ne sortì una contesa che culminò con la scomunica degli arcugnanesi (1327). Successivamente il paese seguì le sorti di Vicenza, passata a Venezia nel 1404.
Eventi paesani:
Sagra di San Luca 3° domenica di maggio, in località Torri di Arcugnano
Sagra di San Bernardino 3° domenica di maggio, in località Perarolo
Sagra ai Monti ultima domenica di maggio, in località Lapio
Festa della Bruschetta ultima domenica di giugno e 1° di luglio
Sagra di San Giovanni Battista giugno
Festa a Fimon luglio, in località Fimon
Festa della Sopressa 3° domenica di luglio, in località Villabalzana
Sagra di San Rocco a metà agosto, in località Villa di Fimon
Festa del pesce ultima domenica di agosto
Festa della Santa Croce e delle Famiglie 2° domenica di settembre
Segreteria:
Tel: 0444.530622
Fax: 0444.240450
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Gruppo Astrofili Vicentini "Girgio Abetti"
Via S. Giustina 127
36057 Arcugnano (VI)
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Barbarano - Mossano
Barbarano - Mossano
Sede comunale:
Piazza Roma, 35
36021 Barbarano Vicentino (VI)
Sito web: www.comune.barbarano-vicentino.vi.it
Località e frazioni: Ponte di Barbarano, Mezzana, Monticello, San Giovanni in Monte, San Pancrazio
Superficie: 19,60 Kmq
Altitudine: 55 m.s.l.m.
Abitanti: 4.465
Origine Toponimo: Deriva da fundus Barbarianus, cioè possedimento - fondo di Barbarius.
Storia: I reperti archeologici rinvenuti nel territorio fanno ipotizzare l''esistenza di un abitato stabile già prima dell''età romana. Il castello di Barbarano divenne nel Medioevo uno dei più importanti del vicentino. Per donazione imperiale Barbarano divenne possedimento dei Vescovi di Vicenza e la sua curtis accrebbe la propria importanza a partire dal secolo XIII. Conquistata e posseduta per breve tempo da Ezzelino da Romano, tornò ai Vescovi che infine la persero in favore degli Scaligeri nel 1312. Questi posero Barbarano a capo di un vasto vicariato; il suo territorio, coinvolto dagli scontri che opposero Carraresi e Scaligeri, divenne infine parte del dominio veneziano di terraferma unitamente all''intero vicentino. Il governo della Serenissima garantì lunghi secoli di pace tranquilla ed operosa. Purtroppo non altrettanto positivi furono per lo sviluppo dell''economia locale il breve governo francese e quello austriaco che si concluse infine con l''annessione dell''intero Veneto al Regno d''Italia nel 1866.
Eventi paesani:
Festa dell'olio 16-17-18 aprile
Sagra del Redentore 3° domenica di luglio, in località Ponte di Barbarano
Anguriata 15 agosto, in località Ponte di Barbarano
Festa patronale Santa Maria Assunta a metà agosto
Calici di stelle 10 agosto di ogni anno
XXVIII° Septemberfest a fine agosto
XXII° Palio delle Contrade 7 novembre, in località Ponte di Barbarano
Fiera di Santa Caterina 25 novembre
Segreteria:
Tel: 0444.788300
Fax. 0444.886760
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Piazza Roma, 35
36021 Barbarano Vicentino (VI)
Sito web: www.comune.barbarano-vicentino.vi.it
Località e frazioni: Ponte di Barbarano, Mezzana, Monticello, San Giovanni in Monte, San Pancrazio
Superficie: 19,60 Kmq
Altitudine: 55 m.s.l.m.
Abitanti: 4.465
Origine Toponimo: Deriva da fundus Barbarianus, cioè possedimento - fondo di Barbarius.
Storia: I reperti archeologici rinvenuti nel territorio fanno ipotizzare l''esistenza di un abitato stabile già prima dell''età romana. Il castello di Barbarano divenne nel Medioevo uno dei più importanti del vicentino. Per donazione imperiale Barbarano divenne possedimento dei Vescovi di Vicenza e la sua curtis accrebbe la propria importanza a partire dal secolo XIII. Conquistata e posseduta per breve tempo da Ezzelino da Romano, tornò ai Vescovi che infine la persero in favore degli Scaligeri nel 1312. Questi posero Barbarano a capo di un vasto vicariato; il suo territorio, coinvolto dagli scontri che opposero Carraresi e Scaligeri, divenne infine parte del dominio veneziano di terraferma unitamente all''intero vicentino. Il governo della Serenissima garantì lunghi secoli di pace tranquilla ed operosa. Purtroppo non altrettanto positivi furono per lo sviluppo dell''economia locale il breve governo francese e quello austriaco che si concluse infine con l''annessione dell''intero Veneto al Regno d''Italia nel 1866.
Eventi paesani:
Festa dell'olio 16-17-18 aprile
Sagra del Redentore 3° domenica di luglio, in località Ponte di Barbarano
Anguriata 15 agosto, in località Ponte di Barbarano
Festa patronale Santa Maria Assunta a metà agosto
Calici di stelle 10 agosto di ogni anno
XXVIII° Septemberfest a fine agosto
XXII° Palio delle Contrade 7 novembre, in località Ponte di Barbarano
Fiera di Santa Caterina 25 novembre
Segreteria:
Tel: 0444.788300
Fax. 0444.886760
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Brendola
Brendola
Sede comunale:
Piazza Marconi, 1
36040 Brendola (VI)
Sito web: www.comune.brendola.vi.it
Località e frazioni: Vò, Pedocchio, San Vito, Cà Nova, Cà Vecchie, Goia, Rondole e San Valentino
Superficie: 25,52 Kmq
Altitudine: min 39 max 343 m.s.l.m.
Abitanti: 6231
Origine Toponimo: Origine del nome. Forse dal vocabolo "brento", con significato di conca; tenendo conto del veneziano "brendolo", cioè trogolo dell'arrotino, il nome può aver tratto origine da qualche scavo, nel terreno, a forma di conca, o anche dalla presenza di qualche trogolo, vasca o tino d'acqua.
Storia: Brendola ha un lontano passato, testimoniato anche da numerosi reperti archeologici rinvenuti in diverse località. La prima segnalazione di ritrovamenti di epoca romana risale al 1682, quando venne rinvenuta una tomba intatta con corredo composto di vasi di terracotta. Dal 1946 in poi si sono succeduti numerosi rinvenimenti di materiale archeologico, alcuni dei quali sono esposti presso la sala consigliare del palazzo municipale. La scoperta più importante, comunque, risale al 1995 quando, in località Soastene, venne rinvenuta una strada risalente al Neolitico. E’ la strada più antica finora scoperta e questo dimostra come, sin dal Neolitico, Brendola fu abitata. La storia di Brendola, tuttavia, si accentra attorno al suo Castello (o Rocca dei Vescovi), che per molti secoli rappresentò la struttura del potere ed il centro di una giurisdizione civile e vescovile. Il primo accenno storico al Castello lo si ha nel 983 in un privilegio concesso da Ottone III al Vescovo di Vicenza. Nella seconda metà del XI secolo, durante le lotte per le Investiture tra il papa e l'imperatore, numerose furono le lotte tra nobili e vescovo che si protrassero sino al XII secolo. Durante questo periodo, comunque, Ezzelino da Romano ridusse quasi alla miseria la diocesi vicentina. Solamente dopo la morte di Ezzelino i vescovi di Vicenza riacquistarono il possesso del castello. Nel 1311 Vicenza passò agli Scaligeri, Signori di Verona, i quali occuparono anche il castello di Brendola. Nel 1413 il castello venne gravemente danneggiato dai mercenari ungheresi guidati da Pippo Spano, mentre nel 1513 la rocca venne occupata dagli spagnoli per esser ripresa, l'anno successivo, dalla Serenissima ad opera del generale Bartolomeo d'Alviano. Da questo momento la Rocca dei Vescovi perde la sua importante funzione di centro di potere. Per Brendola si apre un nuovo periodo di storia che si inserisce in quella più ampia della Repubblica di Venezia prima e dell'Italia dopo.
Eventi paesani:
Festa di San Rocco 27-28 febbraio 1-2-3-4-5-6-7-8 marzo
Sagra dell'Assunta a metà agosto
Segreteria:
Tel: 0444.400727
Fax: 0444.401099
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Piazza Marconi, 1
36040 Brendola (VI)
Sito web: www.comune.brendola.vi.it
Località e frazioni: Vò, Pedocchio, San Vito, Cà Nova, Cà Vecchie, Goia, Rondole e San Valentino
Superficie: 25,52 Kmq
Altitudine: min 39 max 343 m.s.l.m.
Abitanti: 6231
Origine Toponimo: Origine del nome. Forse dal vocabolo "brento", con significato di conca; tenendo conto del veneziano "brendolo", cioè trogolo dell'arrotino, il nome può aver tratto origine da qualche scavo, nel terreno, a forma di conca, o anche dalla presenza di qualche trogolo, vasca o tino d'acqua.
Storia: Brendola ha un lontano passato, testimoniato anche da numerosi reperti archeologici rinvenuti in diverse località. La prima segnalazione di ritrovamenti di epoca romana risale al 1682, quando venne rinvenuta una tomba intatta con corredo composto di vasi di terracotta. Dal 1946 in poi si sono succeduti numerosi rinvenimenti di materiale archeologico, alcuni dei quali sono esposti presso la sala consigliare del palazzo municipale. La scoperta più importante, comunque, risale al 1995 quando, in località Soastene, venne rinvenuta una strada risalente al Neolitico. E’ la strada più antica finora scoperta e questo dimostra come, sin dal Neolitico, Brendola fu abitata. La storia di Brendola, tuttavia, si accentra attorno al suo Castello (o Rocca dei Vescovi), che per molti secoli rappresentò la struttura del potere ed il centro di una giurisdizione civile e vescovile. Il primo accenno storico al Castello lo si ha nel 983 in un privilegio concesso da Ottone III al Vescovo di Vicenza. Nella seconda metà del XI secolo, durante le lotte per le Investiture tra il papa e l'imperatore, numerose furono le lotte tra nobili e vescovo che si protrassero sino al XII secolo. Durante questo periodo, comunque, Ezzelino da Romano ridusse quasi alla miseria la diocesi vicentina. Solamente dopo la morte di Ezzelino i vescovi di Vicenza riacquistarono il possesso del castello. Nel 1311 Vicenza passò agli Scaligeri, Signori di Verona, i quali occuparono anche il castello di Brendola. Nel 1413 il castello venne gravemente danneggiato dai mercenari ungheresi guidati da Pippo Spano, mentre nel 1513 la rocca venne occupata dagli spagnoli per esser ripresa, l'anno successivo, dalla Serenissima ad opera del generale Bartolomeo d'Alviano. Da questo momento la Rocca dei Vescovi perde la sua importante funzione di centro di potere. Per Brendola si apre un nuovo periodo di storia che si inserisce in quella più ampia della Repubblica di Venezia prima e dell'Italia dopo.
Eventi paesani:
Festa di San Rocco 27-28 febbraio 1-2-3-4-5-6-7-8 marzo
Sagra dell'Assunta a metà agosto
Segreteria:
Tel: 0444.400727
Fax: 0444.401099
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Campiglia Dei Berici
Campiglia Dei Berici
Sede comunale:
Via Roma, 7
36020 Campiglia dei Berici
Sito web: www.comune.campigliadeiberici.vi.it
Superfice: 10,94 Kmq
Altezza: 15 m.s.l.m.
Abitanti: 1.800
Origine toponimo:Il nome deriva da “campus”, cioè campo coltivato o terreno pianeggiante.
Storia:Il territorio appartenne nel Medio Evo ai vescovi di Vicenza. Fu munito di un castello che venne distrutto nel 1194. Nel 1217 il feudo di Campiglia fu venduto alla famiglia Repeta e seguì le sorti di Vicenza. Nel secolo XVI subì gravi distruzioni.Chiesa parrocchiale antica. Risale al secolo XIII e fu ricostruita nel 1679. Conserva una nicchia del ‘500 con una Madonna di terracotta e una prevegole pala di scuola tiepolesca. La chiesa parrocchiale di San Pietro fu edificata nell’ultimo decennio del XIX secolo e completata nel 1925. Villa Repeta-Mocenigo-Bressan fu costruita nel 1672 sulle rovine della villa eretta dal Palladio per Mario Repeta. Ha grandi saloni affrescati.
Eventi paesani:
Festa patronale San Pietro 26-27-28-29 giugno
Sagra Madonna delle nevi 5-6-7-8-9 agosto, in località Pavarano
Centralino
Tel: 0444.866030
Fax: 0444.866038
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Via Roma, 7
36020 Campiglia dei Berici
Sito web: www.comune.campigliadeiberici.vi.it
Superfice: 10,94 Kmq
Altezza: 15 m.s.l.m.
Abitanti: 1.800
Origine toponimo:Il nome deriva da “campus”, cioè campo coltivato o terreno pianeggiante.
Storia:Il territorio appartenne nel Medio Evo ai vescovi di Vicenza. Fu munito di un castello che venne distrutto nel 1194. Nel 1217 il feudo di Campiglia fu venduto alla famiglia Repeta e seguì le sorti di Vicenza. Nel secolo XVI subì gravi distruzioni.Chiesa parrocchiale antica. Risale al secolo XIII e fu ricostruita nel 1679. Conserva una nicchia del ‘500 con una Madonna di terracotta e una prevegole pala di scuola tiepolesca. La chiesa parrocchiale di San Pietro fu edificata nell’ultimo decennio del XIX secolo e completata nel 1925. Villa Repeta-Mocenigo-Bressan fu costruita nel 1672 sulle rovine della villa eretta dal Palladio per Mario Repeta. Ha grandi saloni affrescati.
Eventi paesani:
Festa patronale San Pietro 26-27-28-29 giugno
Sagra Madonna delle nevi 5-6-7-8-9 agosto, in località Pavarano
Centralino
Tel: 0444.866030
Fax: 0444.866038
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Castegnero
Castegnero
Sede comunale:
Via Ponte, 64
36020 Castegnero (VI)
Sito web: www.comune.castegnero.vi.it
Località e frazioni: Castellaro, Ponte di Castegnero e Villaganzerla
Superficie: 11,63 Kmq
Altitudine: 57 m.s.l.m.
Abitanti: 2.439
Origine Toponimo: L''ipotesi che gode di maggior credito è quella che ritiene l''attribuzione del nome Castegnero dovuta al fatto che la zona è ricca di piante di castagno, il nome in questo caso è sicuramente di derivazione latina ed era infatti usanza romana far derivare la denominazione di un luogo da un particolare tipo di flora o fauna tipico di quella zona. Non manca comunque chi si rifà alla terminologia militare germanica sostenendo che l''antico toponimo Castegnendum derivi da Castrum nedum, un germanesimo indicante opere difensive.
Storia: Il territorio ora occupato dal Comune di Castegnero è stato abitato, soprattutto nella parte collinare, sin dalla preistoria. Con la calata in Italia dei Longobardi; per circa due secoli anche Castegnero, in virtù del fatto che si situava in un punto strategico, fu sede di un insediamento longobardo. Con la benefica presenza dei monaci Benedettini, a partire dalla seconda metà dell''VIII° secolo, il territorio subì una lenta ma progressiva trasformazione: si diede avvio ad un’incisiva opera di bonifica agraria e si fondarono ospedali per i poveri e i pellegrini. In alcuni documenti del 1431 e del 1443 si ricorda l''esistenza a Castegnero di un Ospedale dedicato a San Michele. Castegnero si trovava in una delle zone maggiormente soggette alle scorrerie dei padovani e così nel 1312, quando Vicenza passò sotto gli Scaligeri, la località fortificata nei pressi del ponte sul Bisatto fu espugnata e i pochi contadini di guardia furono gettati nel canale, mentre la popolazione si rifugiò nei “covoli”. Tutto il vicentino passò poi sotto la signoria della Serenissima Repubblica e anche Castegnero si aprì un periodo di relativa prosperità e tranquillità, interrotto saltuariamente da guerre e da calamità naturali acuite da una miseria; da evidenziare come, durante questo periodo, le comunità di Castegnero e Villaganzerla costituirono due Comuni indipendenti, retti da propri statuti e da propri amministratori. Per evitare sprechi con decreto imperiale, nel 1816, furono sciolti i Comuni più piccoli e così Villaganzerla venne aggregata amministrativamente al Comune di Castegnero.
Eventi paesani:
Sagra di San Giuseppe dal 12 al 21 e dal 25 al 28 marzo, in località Villaganzerla
Sagra dea Siaresa dal 22 maggio al 2 giugno
Solstizio d'estate dal 5 al 13 giugno
Festa del Bisatto in settembre
Segreteria:
Tel: 0444.639013
Fax 0444.730050
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Via Ponte, 64
36020 Castegnero (VI)
Sito web: www.comune.castegnero.vi.it
Località e frazioni: Castellaro, Ponte di Castegnero e Villaganzerla
Superficie: 11,63 Kmq
Altitudine: 57 m.s.l.m.
Abitanti: 2.439
Origine Toponimo: L''ipotesi che gode di maggior credito è quella che ritiene l''attribuzione del nome Castegnero dovuta al fatto che la zona è ricca di piante di castagno, il nome in questo caso è sicuramente di derivazione latina ed era infatti usanza romana far derivare la denominazione di un luogo da un particolare tipo di flora o fauna tipico di quella zona. Non manca comunque chi si rifà alla terminologia militare germanica sostenendo che l''antico toponimo Castegnendum derivi da Castrum nedum, un germanesimo indicante opere difensive.
Storia: Il territorio ora occupato dal Comune di Castegnero è stato abitato, soprattutto nella parte collinare, sin dalla preistoria. Con la calata in Italia dei Longobardi; per circa due secoli anche Castegnero, in virtù del fatto che si situava in un punto strategico, fu sede di un insediamento longobardo. Con la benefica presenza dei monaci Benedettini, a partire dalla seconda metà dell''VIII° secolo, il territorio subì una lenta ma progressiva trasformazione: si diede avvio ad un’incisiva opera di bonifica agraria e si fondarono ospedali per i poveri e i pellegrini. In alcuni documenti del 1431 e del 1443 si ricorda l''esistenza a Castegnero di un Ospedale dedicato a San Michele. Castegnero si trovava in una delle zone maggiormente soggette alle scorrerie dei padovani e così nel 1312, quando Vicenza passò sotto gli Scaligeri, la località fortificata nei pressi del ponte sul Bisatto fu espugnata e i pochi contadini di guardia furono gettati nel canale, mentre la popolazione si rifugiò nei “covoli”. Tutto il vicentino passò poi sotto la signoria della Serenissima Repubblica e anche Castegnero si aprì un periodo di relativa prosperità e tranquillità, interrotto saltuariamente da guerre e da calamità naturali acuite da una miseria; da evidenziare come, durante questo periodo, le comunità di Castegnero e Villaganzerla costituirono due Comuni indipendenti, retti da propri statuti e da propri amministratori. Per evitare sprechi con decreto imperiale, nel 1816, furono sciolti i Comuni più piccoli e così Villaganzerla venne aggregata amministrativamente al Comune di Castegnero.
Eventi paesani:
Sagra di San Giuseppe dal 12 al 21 e dal 25 al 28 marzo, in località Villaganzerla
Sagra dea Siaresa dal 22 maggio al 2 giugno
Solstizio d'estate dal 5 al 13 giugno
Festa del Bisatto in settembre
Segreteria:
Tel: 0444.639013
Fax 0444.730050
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Longare
Longare
Sede comunale:
Via G. Marconi, 26
36023 Longare (VI)
Sito web: www.comune.longare.vi.it
Località e frazioni: Bagnolo, Bugano, Casoni di Sopra, Don Calabria, Ghizzole, Lumignano, Mussolina e Secula
Superficie: 22,70 Kmq
Altitudine: 29 m.s.l.m.
Abitanti: 5.589
Origine Toponimo: Longare: da Longarìa, centro abitato in posizione allungata tra fiume e monte, oppure da Longari, gli Ungari che nel medioevo invadono e saccheggiano la parte pianeggiante dell''abitato; Costozza: da Custodia, centro fortificato, oppure riferimento all''uso di "custodire" entro i Còvoli i prigionieri o i famosi vini della zona; Lumignano: da Lumen Iani, luogo dove si trovava un tempio di Giano, o dai Lumi che recavano gli schiavi che andavano a lavorare nelle cave.
Storia: Le prime popolazioni, nomadi o seminomadi si insediarono nei covoli; successivamente uscirono dalle grotte e costruirono le loro capanne inizialmente in località protette e facilmente difendibili come rilievi e colline, poi si spostarono nelle pianure fertili e ricche di acque. La colonizzazione romana avvenne in modo lento e pacifico, quasi una assimilazione culturale, economica e politica di un popolo comunque amico e rispettato da parte di un altro, più potente ed organizzato. Le risorse del territorio poterono essere meglio sfruttate grazie alle opere di bonifica ed alla costruzione di una capillare rete viaria che mise in comunicazione la capitale con i centri maggiori dell''Impero: lungo le strade i villaggi ed i castellieri assunsero importanza militare e commerciale. La pietra bianca, e di riflesso l''abitato di Costozza, guadagnarono in notorietà ed acquistarono un mercato sempre più esteso: Custodia diventa presidio e poi vico, conoscendo secoli di prosperità ai quali l''invasione Unna sembrò però mettere la parola fine (452). L''insediamento sopravvisse ma fu soggetto a nuove incursioni e conquiste: compreso sotto il dominio longobardo, compare citato nel 753 in un atto di donazione con il quale il longobardo Anselmo attribuisce i beni da lui posseduti a Costozza al monastero di Nonantola in provincia di Modena. Questo atto è storicamente molto significativo, perché sancisce l''arrivo dei monaci nell''attuale territorio comunale: intorno alle fondazioni benedettine il paese si ripopolò e le terre vennero messe a coltura; sorsero la pieve di San Mauro e le chiese di San Maiolo a Lumignano e di San Vito a Secula. Ben presto la pieve di San Mauro divenne chiesa matrice di numerose altre chiese e cappelle: il territorio ricadeva sotto la diretta giurisdizione vescovile e Costozza era dotata di un Castello, appropriata sede vescovile. Il 13 giugno 1292 si dotò di uno statuto comunale formato da tre libri: il primo riguardava l''attività amministrativa del Comune, mentre il secondo e il terzo dell''uso pubblico del Covolo della Guerra. Nel XIII° secolo la situazione politica ed amministrativa fu fortemente turbata dalle mire espansionistiche di Ezzelino III da Romano, cui oppose fiera resistenza la Lega Padovana: in seguito successive lotte per il predominio videro opporsi gli Scaligeri ed i Carraresi, in un''alternanza di scontri e pacificazioni che lasciarono stremata la popolazione; a tutto questo si aggiunsero le frequenti carestie, le improvvise e devastanti diffusioni di morbi infettivi ed i terremoti che tra gli inizi del XII secolo e la prima metà del XIV secolo si abbatterono per ben tre volte su Costozza. La pace verrà infine imposta da un nuovo e più potente signore: la Repubblica di Venezia. Dal 1404 fino alla fine del XVIII secolo Costozza rimarrà pressoché ininterrottamente sotto il dominio della Serenissima e dopo un turbolento periodo di iniziale "assestamento" (ed alcuni passaggi di truppe nemiche durante la guerra che oppose Venezia alla Lega di Cambrai) lo sviluppo dell''attività estrattiva locale ne trasse grande beneficio. E'' il momento di maggiore splendore per la "perla dei Berici", ricca di ville gentilizie, collegate tra loro da un geniale sistema di condutture (i "ventidotti") che convogliavano nelle stanze l''aria fresca proveniente dalle grotte dei monti circostanti. L''arrivo di Napoleone ed il crollo della Repubblica di Venezia determinarono la fine anche della cosiddetta "civiltà delle ville". Con l''avvento dei domini francese e austriaco, tra la fine del Settecento e gli inizi dell''Ottocento, lo sviluppo delle attività locali subì prima un''interruzione e poi uno spostamento in direzione del centro di Longare che aumentò la propria importanza a detrimento dei centri di Costozza e Lumignano. Con l''annessione del Veneto al Regno d''Italia, nel 1866, il territorio subì una risistemazione amministrativa che sancì l''innalzamento di Longare a capoluogo. Dopo i terribili momenti vissuti durante i due conflitti mondiali l''economia ebbe una vera e propria svolta a partire dal secondo Dopoguerra, quando nacquero curati quartieri residenziali ed una zona artigianale che occupò spazi e forza lavoro prima destinata all''agricoltura. Ancora oggi però la vocazione agricola di Longare è preponderante ed è caratterizzata da una produzione estremamente diversificata, nella quale spiccano i settori vitivinicolo e della coltivazione dei funghi in grotta.
Eventi paesani:
Sagra dei Bisi 2° metà di maggio, in località Lumignano
Festa di Primavera e Festa Mexicana 6 e 13 giugno, in località Costozza
Sagra dei Ossi del Mas-cio 5 settembre
Festa dei Vini e dei Funghi Pioppini 10 ottobre, in località Costozza
Segreteria:
Tel. 0444.555012
Fax 0444.953441
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Via G. Marconi, 26
36023 Longare (VI)
Sito web: www.comune.longare.vi.it
Località e frazioni: Bagnolo, Bugano, Casoni di Sopra, Don Calabria, Ghizzole, Lumignano, Mussolina e Secula
Superficie: 22,70 Kmq
Altitudine: 29 m.s.l.m.
Abitanti: 5.589
Origine Toponimo: Longare: da Longarìa, centro abitato in posizione allungata tra fiume e monte, oppure da Longari, gli Ungari che nel medioevo invadono e saccheggiano la parte pianeggiante dell''abitato; Costozza: da Custodia, centro fortificato, oppure riferimento all''uso di "custodire" entro i Còvoli i prigionieri o i famosi vini della zona; Lumignano: da Lumen Iani, luogo dove si trovava un tempio di Giano, o dai Lumi che recavano gli schiavi che andavano a lavorare nelle cave.
Storia: Le prime popolazioni, nomadi o seminomadi si insediarono nei covoli; successivamente uscirono dalle grotte e costruirono le loro capanne inizialmente in località protette e facilmente difendibili come rilievi e colline, poi si spostarono nelle pianure fertili e ricche di acque. La colonizzazione romana avvenne in modo lento e pacifico, quasi una assimilazione culturale, economica e politica di un popolo comunque amico e rispettato da parte di un altro, più potente ed organizzato. Le risorse del territorio poterono essere meglio sfruttate grazie alle opere di bonifica ed alla costruzione di una capillare rete viaria che mise in comunicazione la capitale con i centri maggiori dell''Impero: lungo le strade i villaggi ed i castellieri assunsero importanza militare e commerciale. La pietra bianca, e di riflesso l''abitato di Costozza, guadagnarono in notorietà ed acquistarono un mercato sempre più esteso: Custodia diventa presidio e poi vico, conoscendo secoli di prosperità ai quali l''invasione Unna sembrò però mettere la parola fine (452). L''insediamento sopravvisse ma fu soggetto a nuove incursioni e conquiste: compreso sotto il dominio longobardo, compare citato nel 753 in un atto di donazione con il quale il longobardo Anselmo attribuisce i beni da lui posseduti a Costozza al monastero di Nonantola in provincia di Modena. Questo atto è storicamente molto significativo, perché sancisce l''arrivo dei monaci nell''attuale territorio comunale: intorno alle fondazioni benedettine il paese si ripopolò e le terre vennero messe a coltura; sorsero la pieve di San Mauro e le chiese di San Maiolo a Lumignano e di San Vito a Secula. Ben presto la pieve di San Mauro divenne chiesa matrice di numerose altre chiese e cappelle: il territorio ricadeva sotto la diretta giurisdizione vescovile e Costozza era dotata di un Castello, appropriata sede vescovile. Il 13 giugno 1292 si dotò di uno statuto comunale formato da tre libri: il primo riguardava l''attività amministrativa del Comune, mentre il secondo e il terzo dell''uso pubblico del Covolo della Guerra. Nel XIII° secolo la situazione politica ed amministrativa fu fortemente turbata dalle mire espansionistiche di Ezzelino III da Romano, cui oppose fiera resistenza la Lega Padovana: in seguito successive lotte per il predominio videro opporsi gli Scaligeri ed i Carraresi, in un''alternanza di scontri e pacificazioni che lasciarono stremata la popolazione; a tutto questo si aggiunsero le frequenti carestie, le improvvise e devastanti diffusioni di morbi infettivi ed i terremoti che tra gli inizi del XII secolo e la prima metà del XIV secolo si abbatterono per ben tre volte su Costozza. La pace verrà infine imposta da un nuovo e più potente signore: la Repubblica di Venezia. Dal 1404 fino alla fine del XVIII secolo Costozza rimarrà pressoché ininterrottamente sotto il dominio della Serenissima e dopo un turbolento periodo di iniziale "assestamento" (ed alcuni passaggi di truppe nemiche durante la guerra che oppose Venezia alla Lega di Cambrai) lo sviluppo dell''attività estrattiva locale ne trasse grande beneficio. E'' il momento di maggiore splendore per la "perla dei Berici", ricca di ville gentilizie, collegate tra loro da un geniale sistema di condutture (i "ventidotti") che convogliavano nelle stanze l''aria fresca proveniente dalle grotte dei monti circostanti. L''arrivo di Napoleone ed il crollo della Repubblica di Venezia determinarono la fine anche della cosiddetta "civiltà delle ville". Con l''avvento dei domini francese e austriaco, tra la fine del Settecento e gli inizi dell''Ottocento, lo sviluppo delle attività locali subì prima un''interruzione e poi uno spostamento in direzione del centro di Longare che aumentò la propria importanza a detrimento dei centri di Costozza e Lumignano. Con l''annessione del Veneto al Regno d''Italia, nel 1866, il territorio subì una risistemazione amministrativa che sancì l''innalzamento di Longare a capoluogo. Dopo i terribili momenti vissuti durante i due conflitti mondiali l''economia ebbe una vera e propria svolta a partire dal secondo Dopoguerra, quando nacquero curati quartieri residenziali ed una zona artigianale che occupò spazi e forza lavoro prima destinata all''agricoltura. Ancora oggi però la vocazione agricola di Longare è preponderante ed è caratterizzata da una produzione estremamente diversificata, nella quale spiccano i settori vitivinicolo e della coltivazione dei funghi in grotta.
Eventi paesani:
Sagra dei Bisi 2° metà di maggio, in località Lumignano
Festa di Primavera e Festa Mexicana 6 e 13 giugno, in località Costozza
Sagra dei Ossi del Mas-cio 5 settembre
Festa dei Vini e dei Funghi Pioppini 10 ottobre, in località Costozza
Segreteria:
Tel. 0444.555012
Fax 0444.953441
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Lonigo
Lonigo
Sede comunale:
Via Castelgiuncoli, 5
36045 Lonigo (VI)
Sito web: www.comune.lonigo.vi.it
Superficie: 49,39 Kmq
Altitudine: 31 m.s.l.m.
Abitanti: 15.901
Origine toponimo:Il nome di Lonigo si è prestato a più interpretazioni fantasiose da parte degli storici locali. Alcuni lo fanno derivare da Lumi, toponimo estrusco, altri da Luna o da Leone, sia l'animale che il segno zodiacale. L'ipotesi più attendibile è che il nome derivi da una famiglia patrizia romana Leonicenae o Leonicenses.
Storia: Nei documenti storici il nome Lonigo compare nel X sec., ma nelle colline circostanti sono state trovate tracce di insediamenti preistorici, dell'età del bronzo. Nel Medioevo Lonigo fu fondo dei duchi longobardi e dei conti Franchi di Vicenza e il Castello fu proprietà dei conti Malacapella di Vicenza dal 1067 al 1194. Nel 1404 Lonigo firmò con Venezia il patto di dedizione con cui accettava la dominazione della Serenissima ma si garantiva dei privilegi economici già riconosciuti dall'Imperatore Federico 1°. Lonigo era cinta da mura, governata da un Podestà, aveva sgravi fiscali nei commerci di cereali, vini e biade, poiché era zona di confine tra Vicenza e Verona e aveva un mercato settimanale e delle fiere con cui l'alto Vicentino si riforniva di cereali che provenivano da Ferrara e Mantova. A fine Quattrocento il banditismo, le carestie, le incursioni di eserciti in lotta con Venezia portarono gravi violenze e distruzioni anche a Lonigo, che culminarono nell'eccidio del 1511 in cui il Castello fu raso al suolo. Nel 1797 dopo Campoformio arrivarono gli Austriaci, con una nuova gestione economica. Fu un fiorire di attività. A Lonigo nacquero piccole ma efficienti filande, aziende metalmeccaniche, tipografie. Nel 1886 anche Lonigo entrò nel Regno d'Italia con un plebiscito. Lo spirito dei leoniceni era vivo e alla fine del secolo si rinnovò l'architettura della Piazza Garibaldi secondo il gusto liberty: si consacrò nel 1895 il nuovo Duomo; si inaugurò nel 1892 il Teatro comunale, capolavoro di acustica e orgoglio della borghesia. Riaprirono il Santuario di Madonna dei Miracoli (1887) e a S. Daniele tornarono i Francescani che erano stati cacciati dalle soppressioni napoleoniche. Oggi il fulcro economico di Lonigo resta l'agricoltura e l'esempio più significativo dell'attività è la Cantina sociale dei Colli Berici nata ne11951.
Eventi paesani:
Festa patronale Santissimo Redentore 25 marzo
Fiera campionaria 25 marzo
Fiera di San Giacomo e Festa dell'Anguria 25 luglio
Sagra dell'Assunta 14-15 agosto
Segreteria:
Tel: 0444.720211
Fax: 0444.834887
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Via Castelgiuncoli, 5
36045 Lonigo (VI)
Sito web: www.comune.lonigo.vi.it
Superficie: 49,39 Kmq
Altitudine: 31 m.s.l.m.
Abitanti: 15.901
Origine toponimo:Il nome di Lonigo si è prestato a più interpretazioni fantasiose da parte degli storici locali. Alcuni lo fanno derivare da Lumi, toponimo estrusco, altri da Luna o da Leone, sia l'animale che il segno zodiacale. L'ipotesi più attendibile è che il nome derivi da una famiglia patrizia romana Leonicenae o Leonicenses.
Storia: Nei documenti storici il nome Lonigo compare nel X sec., ma nelle colline circostanti sono state trovate tracce di insediamenti preistorici, dell'età del bronzo. Nel Medioevo Lonigo fu fondo dei duchi longobardi e dei conti Franchi di Vicenza e il Castello fu proprietà dei conti Malacapella di Vicenza dal 1067 al 1194. Nel 1404 Lonigo firmò con Venezia il patto di dedizione con cui accettava la dominazione della Serenissima ma si garantiva dei privilegi economici già riconosciuti dall'Imperatore Federico 1°. Lonigo era cinta da mura, governata da un Podestà, aveva sgravi fiscali nei commerci di cereali, vini e biade, poiché era zona di confine tra Vicenza e Verona e aveva un mercato settimanale e delle fiere con cui l'alto Vicentino si riforniva di cereali che provenivano da Ferrara e Mantova. A fine Quattrocento il banditismo, le carestie, le incursioni di eserciti in lotta con Venezia portarono gravi violenze e distruzioni anche a Lonigo, che culminarono nell'eccidio del 1511 in cui il Castello fu raso al suolo. Nel 1797 dopo Campoformio arrivarono gli Austriaci, con una nuova gestione economica. Fu un fiorire di attività. A Lonigo nacquero piccole ma efficienti filande, aziende metalmeccaniche, tipografie. Nel 1886 anche Lonigo entrò nel Regno d'Italia con un plebiscito. Lo spirito dei leoniceni era vivo e alla fine del secolo si rinnovò l'architettura della Piazza Garibaldi secondo il gusto liberty: si consacrò nel 1895 il nuovo Duomo; si inaugurò nel 1892 il Teatro comunale, capolavoro di acustica e orgoglio della borghesia. Riaprirono il Santuario di Madonna dei Miracoli (1887) e a S. Daniele tornarono i Francescani che erano stati cacciati dalle soppressioni napoleoniche. Oggi il fulcro economico di Lonigo resta l'agricoltura e l'esempio più significativo dell'attività è la Cantina sociale dei Colli Berici nata ne11951.
Eventi paesani:
Festa patronale Santissimo Redentore 25 marzo
Fiera campionaria 25 marzo
Fiera di San Giacomo e Festa dell'Anguria 25 luglio
Sagra dell'Assunta 14-15 agosto
Segreteria:
Tel: 0444.720211
Fax: 0444.834887
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Montegalda
Montegalda
Sede comunale:
Piazza G. Marconi, 40
36047 Montegalda (VI)
Sito web: www.comune.montegalda.vi.it
Località e frazioni: Colzè
Superficie: 17,68 Kmq
Altitudine: min 27 max 78 m.s.l.m.
Abitanti: 2.800
Origine Toponimo: L'origine del nome di Montegalda è tuttora incerta, anche se per alcuni studiosi questo termine pare derivi da quella "Motta", ovvero l'antico forte posto su uno dei sette colli, in posizione strategica. Questo suo toponimo sarebbe Longobardo, per cui la dissimilazione della "R" con la "L", dovuto a quella "Warda" intesa come la torre di avvistamento che ha le stesse origini di un'altra località, quella del Lago di Garda. Tale toponimo sta perciò a indicare la presenza di un presidio militare longobardo e pare strettamente connesso alla diffusione del titolo proto cristiano di Santa Giustina.
Storia: Montegalda sorge su sette piccoli colli che furono abitati sin dall’epoca romana, il ritrovamento di una lapide e di una lamina bronzea di quell''epoca lo testimoniano. Appare però nominata per la prima volta nel 968 assieme a Montegaldella in un documento per la vicenda di alcuni feudi di terra. Da un documento del 1015 appare possesso padovano. Fu feudo di nobili locali dai quali i vicentini l''acquistarono nel 1150. Secondo il "Liber regiminum civitatis Padue" il castello sarebbe stato costruito nel 1176 e si trattava comunque di una costruzione o di un’ulteriore fortificazione dell''antica rocca longobarda che si trovava sul monte Buso (di fronte all’attuale sede municipale). La posizione strategica del castello di Montegalda ne fece il pomo della discordia fra vicentini e padovani. Dopo essere stato conquistato da Ezzelino nel 1256, venne coinvolto nelle azioni militari intraprese da Cangrande della Scala contro la città di Padova. Ripetutamente danneggiato e ricostruito, divenne un importante baluardo anche in età viscontea e ospitò i condottieri Jacopo Dal Verme e Facino Cane. Il 7 giugno 1455 la Serenissima Repubblica lo donò a Chiereghino Chiericati in segno di riconoscenza per la fedeltà dimostrata. Nel 1511 vi dimorò l''imperatore Massimiliano I e nel 1514 fu occupato da truppe spagnole; nel 1700 l''edificio divenne una villa.
Eventi paesani:
Sagra di San Marco 25 aprile
Sagra di Colzè ultima domenica di settembre
Festa patronale Santa Giustina 2° domenica di ottobre
Segreteria:
Tel: 0444.736440
Fax. 0444.636567
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Piazza G. Marconi, 40
36047 Montegalda (VI)
Sito web: www.comune.montegalda.vi.it
Località e frazioni: Colzè
Superficie: 17,68 Kmq
Altitudine: min 27 max 78 m.s.l.m.
Abitanti: 2.800
Origine Toponimo: L'origine del nome di Montegalda è tuttora incerta, anche se per alcuni studiosi questo termine pare derivi da quella "Motta", ovvero l'antico forte posto su uno dei sette colli, in posizione strategica. Questo suo toponimo sarebbe Longobardo, per cui la dissimilazione della "R" con la "L", dovuto a quella "Warda" intesa come la torre di avvistamento che ha le stesse origini di un'altra località, quella del Lago di Garda. Tale toponimo sta perciò a indicare la presenza di un presidio militare longobardo e pare strettamente connesso alla diffusione del titolo proto cristiano di Santa Giustina.
Storia: Montegalda sorge su sette piccoli colli che furono abitati sin dall’epoca romana, il ritrovamento di una lapide e di una lamina bronzea di quell''epoca lo testimoniano. Appare però nominata per la prima volta nel 968 assieme a Montegaldella in un documento per la vicenda di alcuni feudi di terra. Da un documento del 1015 appare possesso padovano. Fu feudo di nobili locali dai quali i vicentini l''acquistarono nel 1150. Secondo il "Liber regiminum civitatis Padue" il castello sarebbe stato costruito nel 1176 e si trattava comunque di una costruzione o di un’ulteriore fortificazione dell''antica rocca longobarda che si trovava sul monte Buso (di fronte all’attuale sede municipale). La posizione strategica del castello di Montegalda ne fece il pomo della discordia fra vicentini e padovani. Dopo essere stato conquistato da Ezzelino nel 1256, venne coinvolto nelle azioni militari intraprese da Cangrande della Scala contro la città di Padova. Ripetutamente danneggiato e ricostruito, divenne un importante baluardo anche in età viscontea e ospitò i condottieri Jacopo Dal Verme e Facino Cane. Il 7 giugno 1455 la Serenissima Repubblica lo donò a Chiereghino Chiericati in segno di riconoscenza per la fedeltà dimostrata. Nel 1511 vi dimorò l''imperatore Massimiliano I e nel 1514 fu occupato da truppe spagnole; nel 1700 l''edificio divenne una villa.
Eventi paesani:
Sagra di San Marco 25 aprile
Sagra di Colzè ultima domenica di settembre
Festa patronale Santa Giustina 2° domenica di ottobre
Segreteria:
Tel: 0444.736440
Fax. 0444.636567
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Montegaldella
Montegaldella
Sede comunale:
Via Roma, 9
36040 Montegaldella (VI)
Sito web: www.comune.montegaldella.vi.it
Località e frazioni: Ghizzole
Superficie: 13,64 Kmq
Altitudine: 23 m.s.l.m.
Abitanti: 1.745
Origine Toponimo: Il nome Montegaldella, secondo la comune convinzione è il semplice diminutivo di Montegalda, in rapporto, ovviamente, alla minore ampiezza del territorio. È assai difficile infatti la determinazione dell'etimologia, anche se il termine Montegaldella potrebbe avere riferimento con: 1)qualche fonte termale: monscalidae o monscalidulae; 2)il nome tedesco: W arte, col significato di torre o torrione; 3)Mons Gaudii, monte del gaudio, del piacere, riferito all'amenità del luogo e alla bontà dei prodotti che vi si ricavano; 4)Mons Gaudii ancora che, al femminile, farebbe di Guadio o Gaudo, un Gauda, forse in relazione al nome della collina di Roma detta appunto Monte Gaudio, e da collegarsi, quindi, al passaggio dei pellegrini diretti a Roma; 5)Monte Claudia, di pertinenza della famiglia Romana Claudia l'Imperatore Romano Galba (5 a.C.-69 d.C.) succeduto a Nerone che avrebbe dato battaglia anche a Montegalda; 6)Guado come luogo di attraversamento del Bacchiglione; 7)Guald antica famiglia di Vicenza, quivi giunta nel 960 dalla Germania, con Ottone II Imperatore (955-983), dato che possedeva palazzo e poderi in questa villa; 8)Gualdana (Waldam, assalto), antica voce significante gente armata, che va a fare scorrerie. E dato che Montegalda era stata luogo di ripetuti incontri tra Padovani e Vicentini per giostrare dapprima e successivamente per battagliare davvero, può essere che ne sia derivato il toponimo di Montegalda. Opinione, dello storico e poeta padovano Albertino Mussato, (Pa- dova 1261-Chioggia 1329) sull'etimologia Montegalda e, di riflesso Montegaldella. Mussato sostiene che Montegalda è la correzione di Montegarda, inteso come il sito posto a guardia per vigilare. In tal modo Montegalda sarebbe un baluardo di difesa per il Vicentino Orientale, come per l'Occidente sarebbe quello di Montebello (Mons belli).
Storia: Le origini del paese risalirebbero all’epoca longobarda, come dimostrerebbero le vestigia di un sacello paleocristiano alla base dell’attuale chiesa di San Michele. Nel cuore del paese c’è una villa del 1600 tanto decantata da avere l’appellativo di “Deliziosa”. In questa villa c’è un torrino gotico che ha fato pensare ai resti di un antico castello, in contrapposizione a quello di Montegalda, che costituiva uno dei capisaldi per la difesa del territorio vicentino dalle frequenti incursioni dei padovani.
Eventi paesani:
Pizza....solo pizza 28-29-30-31 maggio
Festa delle contrade in luglio
Sagra di San Tarcisio a fine agosto, in località Ghizzole
Segreteria:
Tel: 0444.636012 / 635151
Fax: 0444.635124
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Via Roma, 9
36040 Montegaldella (VI)
Sito web: www.comune.montegaldella.vi.it
Località e frazioni: Ghizzole
Superficie: 13,64 Kmq
Altitudine: 23 m.s.l.m.
Abitanti: 1.745
Origine Toponimo: Il nome Montegaldella, secondo la comune convinzione è il semplice diminutivo di Montegalda, in rapporto, ovviamente, alla minore ampiezza del territorio. È assai difficile infatti la determinazione dell'etimologia, anche se il termine Montegaldella potrebbe avere riferimento con: 1)qualche fonte termale: monscalidae o monscalidulae; 2)il nome tedesco: W arte, col significato di torre o torrione; 3)Mons Gaudii, monte del gaudio, del piacere, riferito all'amenità del luogo e alla bontà dei prodotti che vi si ricavano; 4)Mons Gaudii ancora che, al femminile, farebbe di Guadio o Gaudo, un Gauda, forse in relazione al nome della collina di Roma detta appunto Monte Gaudio, e da collegarsi, quindi, al passaggio dei pellegrini diretti a Roma; 5)Monte Claudia, di pertinenza della famiglia Romana Claudia l'Imperatore Romano Galba (5 a.C.-69 d.C.) succeduto a Nerone che avrebbe dato battaglia anche a Montegalda; 6)Guado come luogo di attraversamento del Bacchiglione; 7)Guald antica famiglia di Vicenza, quivi giunta nel 960 dalla Germania, con Ottone II Imperatore (955-983), dato che possedeva palazzo e poderi in questa villa; 8)Gualdana (Waldam, assalto), antica voce significante gente armata, che va a fare scorrerie. E dato che Montegalda era stata luogo di ripetuti incontri tra Padovani e Vicentini per giostrare dapprima e successivamente per battagliare davvero, può essere che ne sia derivato il toponimo di Montegalda. Opinione, dello storico e poeta padovano Albertino Mussato, (Pa- dova 1261-Chioggia 1329) sull'etimologia Montegalda e, di riflesso Montegaldella. Mussato sostiene che Montegalda è la correzione di Montegarda, inteso come il sito posto a guardia per vigilare. In tal modo Montegalda sarebbe un baluardo di difesa per il Vicentino Orientale, come per l'Occidente sarebbe quello di Montebello (Mons belli).
Storia: Le origini del paese risalirebbero all’epoca longobarda, come dimostrerebbero le vestigia di un sacello paleocristiano alla base dell’attuale chiesa di San Michele. Nel cuore del paese c’è una villa del 1600 tanto decantata da avere l’appellativo di “Deliziosa”. In questa villa c’è un torrino gotico che ha fato pensare ai resti di un antico castello, in contrapposizione a quello di Montegalda, che costituiva uno dei capisaldi per la difesa del territorio vicentino dalle frequenti incursioni dei padovani.
Eventi paesani:
Pizza....solo pizza 28-29-30-31 maggio
Festa delle contrade in luglio
Sagra di San Tarcisio a fine agosto, in località Ghizzole
Segreteria:
Tel: 0444.636012 / 635151
Fax: 0444.635124
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Nanto
Nanto
Sede comunale:
Via Mercato, 43
36024 Nanto (VI)
Sito web: www.comune.nanto.vi.it
Località e frazioni: Bosco di Nanto, Ponte di Nanto, Monti di Nanto e Brazzolaro
Superficie: 14,51 Kmq
Altitudine: min 20 max 420 m.s.l.m.
Abitanti: 2.803
Origine Toponimo: L’origine del toponimoo è incerta, anche se sono state avanzate diverse ipotesi, ispirate alle diverse e antiche genti che hanno attraversato questa terra, secondo alcuni Nanto deriva da naut, termine celtico per 'ruscello' o da nantu, 'valle'. Secondo altri, deriva invece da Nanth, nome proprio dell'anticà lingua germanica. L'ipotesi più affascinante resta quella leggendaria: la cittadina, un tempo, sarebbe stata una vera e propria città romana, chiamata Nantona.
Storia: Il territorio ora del comune di Nanto risulta abitato sin dalle epoche più remote come testimoniano i ritrovamenti all''interno della Grotta di Trene. Anche dell''epoca romana sono pervenute svariate testimonianze; probabilmente la zona era conosciuta per la bianca e tenera pietra che qui si cavava. La prima volta che appare citato il toponimo è in un privilegio dell''anno 1023 con il quale l''imperatore Corrado II concedeva alla Chiesa vicentina la giurisdizione su Nanto. Una famiglia dei Conti di Nanto ebbe poi giurisdizione sul territorio dove, già dal XII secolo, si ergeva un castello feudale poi distrutto ai tempi di Ezzelino e mai più ricostruito. A causa della sua posizione Nanto fu involontaria protagonista dapprima delle guerre tra Ezzelino da Romano e i guelfi padovani, poi tra Vicenza e Padova ed infine tra la Serenissima Repubblica e la "Lega di Cambrai". Nel 1313 Nanto fu depredata e incendiata dai Padovani. Nel 1736 vi si accamparono 64 uomini più gli ufficiali appartenenti all''esercito francese di passaggio per questi territori. Per il resto la storia di questo comune adagiato ai piedi dei Colli Berici si confonde con quella dei centri vicini e di Vicenza.
Eventi paesani:
Mostra Vini DOC Colli Berici 2° domenica di maggio, in località Ponte di Nanto
NantoPietra negli anni dispari
NantoPoesia in luglio
Festa del Tartufo e dell''ulivo dei Colli Berici in luglio
Sagra dell'Addolorata 3° domenica di settembre, in località Bosco di Nanto
Segreteria:
Tel: 0444.699033
Fax: 0444.639065
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Via Mercato, 43
36024 Nanto (VI)
Sito web: www.comune.nanto.vi.it
Località e frazioni: Bosco di Nanto, Ponte di Nanto, Monti di Nanto e Brazzolaro
Superficie: 14,51 Kmq
Altitudine: min 20 max 420 m.s.l.m.
Abitanti: 2.803
Origine Toponimo: L’origine del toponimoo è incerta, anche se sono state avanzate diverse ipotesi, ispirate alle diverse e antiche genti che hanno attraversato questa terra, secondo alcuni Nanto deriva da naut, termine celtico per 'ruscello' o da nantu, 'valle'. Secondo altri, deriva invece da Nanth, nome proprio dell'anticà lingua germanica. L'ipotesi più affascinante resta quella leggendaria: la cittadina, un tempo, sarebbe stata una vera e propria città romana, chiamata Nantona.
Storia: Il territorio ora del comune di Nanto risulta abitato sin dalle epoche più remote come testimoniano i ritrovamenti all''interno della Grotta di Trene. Anche dell''epoca romana sono pervenute svariate testimonianze; probabilmente la zona era conosciuta per la bianca e tenera pietra che qui si cavava. La prima volta che appare citato il toponimo è in un privilegio dell''anno 1023 con il quale l''imperatore Corrado II concedeva alla Chiesa vicentina la giurisdizione su Nanto. Una famiglia dei Conti di Nanto ebbe poi giurisdizione sul territorio dove, già dal XII secolo, si ergeva un castello feudale poi distrutto ai tempi di Ezzelino e mai più ricostruito. A causa della sua posizione Nanto fu involontaria protagonista dapprima delle guerre tra Ezzelino da Romano e i guelfi padovani, poi tra Vicenza e Padova ed infine tra la Serenissima Repubblica e la "Lega di Cambrai". Nel 1313 Nanto fu depredata e incendiata dai Padovani. Nel 1736 vi si accamparono 64 uomini più gli ufficiali appartenenti all''esercito francese di passaggio per questi territori. Per il resto la storia di questo comune adagiato ai piedi dei Colli Berici si confonde con quella dei centri vicini e di Vicenza.
Eventi paesani:
Mostra Vini DOC Colli Berici 2° domenica di maggio, in località Ponte di Nanto
NantoPietra negli anni dispari
NantoPoesia in luglio
Festa del Tartufo e dell''ulivo dei Colli Berici in luglio
Sagra dell'Addolorata 3° domenica di settembre, in località Bosco di Nanto
Segreteria:
Tel: 0444.699033
Fax: 0444.639065
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Noventa Vicentina
Noventa Vicentina
Sede comunale:
Piazza IV Novembre, 1
36025 Noventa Vicentina (VI)
Sito web: www.comune.noventa-vicentina.vi.it
Località e frazioni: Saline, Caselle e Are
Superficie: 23,02 Kmq
Altitudine: min 14 max 16 m.s.l.m.
Abitanti: 8.311
Origine toponimo: Trae il suo nome da Nova entia, "novus", "novalis", vocaboli che si riallacciano a "nova", cioè terreno da poco ridotto a coltura.
Storia: Situata nel basso Vicentino tra i colli Euganei e gli Berici, conta già la presenza umana in epoca preistorica e diventa un centro densamente abitato in epoca romana; dopo le disastrose alluvioni del periodo Longobardo, una profonda opera di bonifica modifica l'assetto del territorio. Fu "castrum" nell'alto Medio Evo; era difesa da un castello che si trova nominato in un documento del Mille. In un altro documento del 1210 ne viene confermato il possesso ai vescovi di Vicenza. Nel 1240 il castello fu incendiato da Ezzelino III da Romano, mentre Noventa stessa fu distrutta nel 1312 o 1313 durante le lotte fra veronesi e padovani. Entra a far parte della Serenissima nel 1404 e trova nel secolo successivo,dopo la lega di Cambrai (1508), le condizioni che le permetteranno di svilupparsi economicamente e socialmente. Come tutto il vicentino , Noventa segue le sorti di Venezia e passa sotto la dominazione austriaca, per poi entrare nel Regno d' Italia nel 1866
Eventi paesani:
Storico Carnevale 14 marzo
Sagra dell'Ottava 10-11 aprile
Festa della Musica 14-15-16-17-18-19-20 giugno
Fiera di San Luigi 10-11-12-13 luglio
Festa del Baccalà 23-24 ottobre
Segreteria:
Tel: 0444.788520
Fax: 0444.760156
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Piazza IV Novembre, 1
36025 Noventa Vicentina (VI)
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Località e frazioni: Saline, Caselle e Are
Superficie: 23,02 Kmq
Altitudine: min 14 max 16 m.s.l.m.
Abitanti: 8.311
Origine toponimo: Trae il suo nome da Nova entia, "novus", "novalis", vocaboli che si riallacciano a "nova", cioè terreno da poco ridotto a coltura.
Storia: Situata nel basso Vicentino tra i colli Euganei e gli Berici, conta già la presenza umana in epoca preistorica e diventa un centro densamente abitato in epoca romana; dopo le disastrose alluvioni del periodo Longobardo, una profonda opera di bonifica modifica l'assetto del territorio. Fu "castrum" nell'alto Medio Evo; era difesa da un castello che si trova nominato in un documento del Mille. In un altro documento del 1210 ne viene confermato il possesso ai vescovi di Vicenza. Nel 1240 il castello fu incendiato da Ezzelino III da Romano, mentre Noventa stessa fu distrutta nel 1312 o 1313 durante le lotte fra veronesi e padovani. Entra a far parte della Serenissima nel 1404 e trova nel secolo successivo,dopo la lega di Cambrai (1508), le condizioni che le permetteranno di svilupparsi economicamente e socialmente. Come tutto il vicentino , Noventa segue le sorti di Venezia e passa sotto la dominazione austriaca, per poi entrare nel Regno d' Italia nel 1866
Eventi paesani:
Storico Carnevale 14 marzo
Sagra dell'Ottava 10-11 aprile
Festa della Musica 14-15-16-17-18-19-20 giugno
Fiera di San Luigi 10-11-12-13 luglio
Festa del Baccalà 23-24 ottobre
Segreteria:
Tel: 0444.788520
Fax: 0444.760156
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Orgiano
Orgiano
Sede comunale:
Via Roma, 9
36040 Orgiano (VI)
Sito web: www.comune.orgiano.vi.it
Località e frazioni: Pilastro, Spessa e Teonghio
Superficie: 18,11 Kmq
Altitudine: 43 m.s.l.m.
Abitanti: 3.204
Origine Toponimo: Molte sono le ipotesi sull'origine del nome. Alcuni lo fanno derivare da Giano, dio bifronte della mitologia romana. L'ipotesi più accreditata è però quella che lo fa derivare dal latino "fundus aurelianum", ovvero proprietà di Aurelio.A testimoniare l'importanza dei romani per la storia di Orgiano sono le numerose lapidi ed iscrizioni ritrovate, di cui una, dedicata a Marco Terenzio, è oggi murata sul palazzo municipale.Un ultima ipotesi infine lo fa derivare dal termine longobardo"Auija", che sta ad indicare un prato acquitrinoso lungo il fiume.
Storia: La presenza dei Romani è testimonianza da due lapidi murate sulla facciata del municipio. Una riporta incisa l''iscrizione: "M. Terentio" (a Marco Terenzio). L''antico borgo si sviluppò ai piedi del monte, ospitando anche genti longobarde, come avvalorato da tombe e suppellettili rinvenute in occasione di scavi e lavori di sistemazione del terreno. Verso il 1000 Orgiano è centro di grande splendore. Sede di importante Vicariato Maggiore, per lunghissimi anni ebbe sotto di sé dieci "ville" sparse nei dintorni: Agugliaro, Asigliano, Campiglia, Campolongo, Fogiascheda, S. Germano, Noventa, Poiana, Sossano e Villa del Ferro. A quel tempo vi erano di sicuro almeno due castelli (uno superiore sul monte e l''altro inferiore al piano, entrambi in posizione strategica). Il superiore ebbe vita concitata. Fu aspramente conteso fra padovani e veronesi; pare sia stato distrutto dai primi del 1313. Nel 1431 la comunità si diede gli "Statuta Communis Orgiani", un''interessante e organica raccolta di regole di vita sociale, un documento di orgoglio per il paese e di riferimento per tutto il Vicentino di allora. Il Vicariato si estinse nel 1797 con il tramonto della Serenissima ad opera di Napoleone. Orgiano seguì poi le vicende degli altri centri del Vicentino. Un fatto insolito, che fece tanto rumore, successe nel 1897. Ben 32 donne furono arrestate e tenute in carcere per un mese a Vicenza: avevano dato l''assalto al municipio, con falò in piazza, come atto finale di un acceso contrasto paesano tra due fazioni in lotta (una pro-parroco e l''altra pro-sindaco anticlericale). Processate, furono subito tutte liberate. Dopo gli anni delle massicce emigrazioni e delle funeste guerre mondiali (con tanti giovani orgianesi morti sui vari fronti e ricordati da tre monumenti ai Caduti in altrettante piazze) per Orgiano arrivarono gli anni della desiderata pace e dello sviluppo.
Eventi paesani:
Sagra di Santa Maria Ausiliatrice 3° domenica di maggio, in località Pilastro
Sagra di San Gaetano 1° domenica di agosto
Segreteria:
Tel: 0444.874038
Fax: 0444.874627
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Via Roma, 9
36040 Orgiano (VI)
Sito web: www.comune.orgiano.vi.it
Località e frazioni: Pilastro, Spessa e Teonghio
Superficie: 18,11 Kmq
Altitudine: 43 m.s.l.m.
Abitanti: 3.204
Origine Toponimo: Molte sono le ipotesi sull'origine del nome. Alcuni lo fanno derivare da Giano, dio bifronte della mitologia romana. L'ipotesi più accreditata è però quella che lo fa derivare dal latino "fundus aurelianum", ovvero proprietà di Aurelio.A testimoniare l'importanza dei romani per la storia di Orgiano sono le numerose lapidi ed iscrizioni ritrovate, di cui una, dedicata a Marco Terenzio, è oggi murata sul palazzo municipale.Un ultima ipotesi infine lo fa derivare dal termine longobardo"Auija", che sta ad indicare un prato acquitrinoso lungo il fiume.
Storia: La presenza dei Romani è testimonianza da due lapidi murate sulla facciata del municipio. Una riporta incisa l''iscrizione: "M. Terentio" (a Marco Terenzio). L''antico borgo si sviluppò ai piedi del monte, ospitando anche genti longobarde, come avvalorato da tombe e suppellettili rinvenute in occasione di scavi e lavori di sistemazione del terreno. Verso il 1000 Orgiano è centro di grande splendore. Sede di importante Vicariato Maggiore, per lunghissimi anni ebbe sotto di sé dieci "ville" sparse nei dintorni: Agugliaro, Asigliano, Campiglia, Campolongo, Fogiascheda, S. Germano, Noventa, Poiana, Sossano e Villa del Ferro. A quel tempo vi erano di sicuro almeno due castelli (uno superiore sul monte e l''altro inferiore al piano, entrambi in posizione strategica). Il superiore ebbe vita concitata. Fu aspramente conteso fra padovani e veronesi; pare sia stato distrutto dai primi del 1313. Nel 1431 la comunità si diede gli "Statuta Communis Orgiani", un''interessante e organica raccolta di regole di vita sociale, un documento di orgoglio per il paese e di riferimento per tutto il Vicentino di allora. Il Vicariato si estinse nel 1797 con il tramonto della Serenissima ad opera di Napoleone. Orgiano seguì poi le vicende degli altri centri del Vicentino. Un fatto insolito, che fece tanto rumore, successe nel 1897. Ben 32 donne furono arrestate e tenute in carcere per un mese a Vicenza: avevano dato l''assalto al municipio, con falò in piazza, come atto finale di un acceso contrasto paesano tra due fazioni in lotta (una pro-parroco e l''altra pro-sindaco anticlericale). Processate, furono subito tutte liberate. Dopo gli anni delle massicce emigrazioni e delle funeste guerre mondiali (con tanti giovani orgianesi morti sui vari fronti e ricordati da tre monumenti ai Caduti in altrettante piazze) per Orgiano arrivarono gli anni della desiderata pace e dello sviluppo.
Eventi paesani:
Sagra di Santa Maria Ausiliatrice 3° domenica di maggio, in località Pilastro
Sagra di San Gaetano 1° domenica di agosto
Segreteria:
Tel: 0444.874038
Fax: 0444.874627
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Pojana Maggiore
Pojana Maggiore
Sede comunale:
Via Matteotti, 49
36026 Pojana Maggiore (VI)
Sito web: www.comune.poiana-maggiore.vi.it
Località e frazioni: Cagnano, Cicogna e Pezze Lunghe
Superficie: 28,45 Kmq
Altitudine: 14 m.s.l.m.
Abitanti: 4.235
Origine Toponimo: Pojana prende il nome da termini longobardi come plojum, plojana entrati in uso al momento della sua colonizzazione verso il 600 - 700 d.c. con il significato di luoghi coltivati, arati.
Storia: Pojana Maggiore è il Comune più a sud della pianura vicentina ed è situato fra le province di Padova e di Verona. Il suo territorio, anticamente attraversato dal letto dell''Adige, conserva testimonianze di insediamenti umani già in epoca neolitica con alcuni centri di lavorazione ceramica. La vocazione agraria ed artigianale del paese è ribadita già dall’antichità, quando l''imperatore Augusto concesse come premio di guerra queste zone ad alcuni soldati Azziaci che le bonificarono e le lavorarono.
Eventi paesani:
Sagra della Cicogna 3° domenica di giugno
Sagra di San Pietro e Paolo ultima domenica di giugno, in località Cagnano
Festa della Birra in luglio
Sagra della Madonna di Settembre 1° domenica di settembre
Segreteria:
Tel: 0444.898033
Fax: 0444.898783
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Via Matteotti, 49
36026 Pojana Maggiore (VI)
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Località e frazioni: Cagnano, Cicogna e Pezze Lunghe
Superficie: 28,45 Kmq
Altitudine: 14 m.s.l.m.
Abitanti: 4.235
Origine Toponimo: Pojana prende il nome da termini longobardi come plojum, plojana entrati in uso al momento della sua colonizzazione verso il 600 - 700 d.c. con il significato di luoghi coltivati, arati.
Storia: Pojana Maggiore è il Comune più a sud della pianura vicentina ed è situato fra le province di Padova e di Verona. Il suo territorio, anticamente attraversato dal letto dell''Adige, conserva testimonianze di insediamenti umani già in epoca neolitica con alcuni centri di lavorazione ceramica. La vocazione agraria ed artigianale del paese è ribadita già dall’antichità, quando l''imperatore Augusto concesse come premio di guerra queste zone ad alcuni soldati Azziaci che le bonificarono e le lavorarono.
Eventi paesani:
Sagra della Cicogna 3° domenica di giugno
Sagra di San Pietro e Paolo ultima domenica di giugno, in località Cagnano
Festa della Birra in luglio
Sagra della Madonna di Settembre 1° domenica di settembre
Segreteria:
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Sarego
Sarego
Sede comunale:
Piazza Umberto I, 8
36040 Sarego (VI)
Sito web: www.comune.sarego.vi.it
Località e frazioni: Meledo e Monticello di Fara
Superficie: 23,90 Kmq
Altitudine: min 33 max 270 m.s.l.m.
Abitanti: 6.470
Storia: Sulle pendici dei colli di Sarego sono stati rinvenuti frammenti di vasellame in terracotta risalenti a due-tremila anni fa. Tra il II e il I secolo A.C. il territorio fu marcato dalla centuriazione romana specialmente a nord-ovest di Monticello di Fara; attorno a Ca' Quinta, infatti, furono scoperti all'inizio del 1900 i resti di una villa romana con pavimentazione a mosaico, oltre a vari altri reperti. La chiesetta di S.Giustina (oggi scomparsa) attesta l'antichità l'evangelizzazione protocristiana avventuta attorno al III-IV secolo D.C. Il territorio di Sarego fu saccheggiato dai padovani nel 1313, e all'inizio del 1500 venne invaso dall'esercito imperiale al tempo della guerra di Cambrai. Di antica origine sono le chiese parrocchiali, ricostruite nel tempo, di S.Maria Assunta a Sarego e di S.Maurizio a Meledo, come pure il monstero di S.Eusebio tutti ricordati nel secolo XIII. Numerose ville punteggiano il territorio:la cinquecentesca Villa Manzoni a Sarego, Villa Arnaldi a Meledo Alto (sec XVI); Villa "Ca' Quinta" a Monticello di Fara, conserva un portale tardo cinquecentesco; Villa Trissino a Meledo, opera incompiuta del Palladio(1559-1567), la scenografica Villa da Porto "" la Favorita del Muttoni(1715) oltre a vari complessi padronali con cappelle gentilizie fra cui Ca' Velo, il "Palazzetto", Ca' Viviani ecc.
Eventi paesani:
Sagra di San Ubaldo 7-8-9-14-15-16 maggio, in località Meledo di Sarego
Sagra dell'Assunta 11-12-13-14-15 agosto
VI° Festa d'Autunno con spiedi di selvaggina 23-24 ottobre
VI° Festa dei Ossi de Masc-io e del bollito 6-7 novembre
Segreteria:
Tel: 0444.830744
Fax: 0444.835483
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Piazza Umberto I, 8
36040 Sarego (VI)
Sito web: www.comune.sarego.vi.it
Località e frazioni: Meledo e Monticello di Fara
Superficie: 23,90 Kmq
Altitudine: min 33 max 270 m.s.l.m.
Abitanti: 6.470
Storia: Sulle pendici dei colli di Sarego sono stati rinvenuti frammenti di vasellame in terracotta risalenti a due-tremila anni fa. Tra il II e il I secolo A.C. il territorio fu marcato dalla centuriazione romana specialmente a nord-ovest di Monticello di Fara; attorno a Ca' Quinta, infatti, furono scoperti all'inizio del 1900 i resti di una villa romana con pavimentazione a mosaico, oltre a vari altri reperti. La chiesetta di S.Giustina (oggi scomparsa) attesta l'antichità l'evangelizzazione protocristiana avventuta attorno al III-IV secolo D.C. Il territorio di Sarego fu saccheggiato dai padovani nel 1313, e all'inizio del 1500 venne invaso dall'esercito imperiale al tempo della guerra di Cambrai. Di antica origine sono le chiese parrocchiali, ricostruite nel tempo, di S.Maria Assunta a Sarego e di S.Maurizio a Meledo, come pure il monstero di S.Eusebio tutti ricordati nel secolo XIII. Numerose ville punteggiano il territorio:la cinquecentesca Villa Manzoni a Sarego, Villa Arnaldi a Meledo Alto (sec XVI); Villa "Ca' Quinta" a Monticello di Fara, conserva un portale tardo cinquecentesco; Villa Trissino a Meledo, opera incompiuta del Palladio(1559-1567), la scenografica Villa da Porto "" la Favorita del Muttoni(1715) oltre a vari complessi padronali con cappelle gentilizie fra cui Ca' Velo, il "Palazzetto", Ca' Viviani ecc.
Eventi paesani:
Sagra di San Ubaldo 7-8-9-14-15-16 maggio, in località Meledo di Sarego
Sagra dell'Assunta 11-12-13-14-15 agosto
VI° Festa d'Autunno con spiedi di selvaggina 23-24 ottobre
VI° Festa dei Ossi de Masc-io e del bollito 6-7 novembre
Segreteria:
Tel: 0444.830744
Fax: 0444.835483
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Sossano
Sossano
Sede comunale:
Piazza Mattini, 2
36040 Sossano (VI)
Sito web: www.comune.sossano.vi.it
Località e frazioni: Colloredo e Pilastro
Superficie: 20,95 Kmq
Altitudine: 19 m.s.l.m.
Abitanti: 4.410
Origine toponimo: Secondo il padre Barbarano "vien detto Celsano quasi cielo sano, perché ivi è l'aere salutifero, et la nebbia poco si ferma presso il monte". Il nome può essere anche fatto risalire a Josano, da "Giove Sano", godendo di un clima meraviglioso. A tali interpretazioni del nome di Sossano si adeguò probabilmente fin da epoca antica il comune di Sossano, adottando uno stemma in cui, divisi da una sbarra d'argento con la scritta "Coel Sanus", appaiono un cielo sereno con un sole a dodici raggi ed un cielo notturno con un crescente di luna tra due stelle d'argento.
Storia: La particolare conformazione geografica del luogo in cui sorge Sossano, favorì sin da epoca antichissima gli insediamenti umani. Sono stati trovati numerosi reperti risalenti all'età del bronzo e al primo ed al secondo periodo atestino. In pianura, in località Costa, è stata rinvenuta la presenza di numerose industrie dell'età neolitica ed in località Monticello un villaggio a fondi di capanna risalente all'età del bronzo, portato alla luce durante la seconda guerra mondiale. Un ruolo non secondario dovette avere Sossano per tutta l'età romana. Lo dimostrano l'identificazione dell'antico Olmo con l' "ombilicus urbano", il tempio augurale del monte Cistorello e alcuni cippi, quali il basamento della croce del monte della Croce, e la cosiddetta croce di pietra che si attribuiscono al primo ed al secondo secolo dopo cristo. Nella località detta Sajanega, con la sua celebre e vasta foresta, nel X-XI secolo, fiorì una intensa vita eremitica e vi soggiornò San Romualdo, che qui fondò un eremo, dove tra il 1037 e il 1066 visse e morì il santo francese Teobaldo, eremita e confessore. Celsano ebbe nel tempo tanta fama per la salubrità dell'aria e la dolcezza del clima, che qui convennero nel 1428, per salvarsi dalla peste che infuriava nelle Venezie, numerosi e celebri umanisti e letterati veneziani.
Eventi paesani:
Sagra Pilastro a maggio
Festa della birra e della porchetta 2° domenica di giugno, in località Colloredo
Sagra di San Teobaldo 2-3-4-5-6 luglio
Sagra del Rosario e Festa delle Castagne 1° e 2° domenica di ottobre, in località Colloredo
Segreteria:
Tel: 0444.888695
Fax: 0444.888640
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Piazza Mattini, 2
36040 Sossano (VI)
Sito web: www.comune.sossano.vi.it
Località e frazioni: Colloredo e Pilastro
Superficie: 20,95 Kmq
Altitudine: 19 m.s.l.m.
Abitanti: 4.410
Origine toponimo: Secondo il padre Barbarano "vien detto Celsano quasi cielo sano, perché ivi è l'aere salutifero, et la nebbia poco si ferma presso il monte". Il nome può essere anche fatto risalire a Josano, da "Giove Sano", godendo di un clima meraviglioso. A tali interpretazioni del nome di Sossano si adeguò probabilmente fin da epoca antica il comune di Sossano, adottando uno stemma in cui, divisi da una sbarra d'argento con la scritta "Coel Sanus", appaiono un cielo sereno con un sole a dodici raggi ed un cielo notturno con un crescente di luna tra due stelle d'argento.
Storia: La particolare conformazione geografica del luogo in cui sorge Sossano, favorì sin da epoca antichissima gli insediamenti umani. Sono stati trovati numerosi reperti risalenti all'età del bronzo e al primo ed al secondo periodo atestino. In pianura, in località Costa, è stata rinvenuta la presenza di numerose industrie dell'età neolitica ed in località Monticello un villaggio a fondi di capanna risalente all'età del bronzo, portato alla luce durante la seconda guerra mondiale. Un ruolo non secondario dovette avere Sossano per tutta l'età romana. Lo dimostrano l'identificazione dell'antico Olmo con l' "ombilicus urbano", il tempio augurale del monte Cistorello e alcuni cippi, quali il basamento della croce del monte della Croce, e la cosiddetta croce di pietra che si attribuiscono al primo ed al secondo secolo dopo cristo. Nella località detta Sajanega, con la sua celebre e vasta foresta, nel X-XI secolo, fiorì una intensa vita eremitica e vi soggiornò San Romualdo, che qui fondò un eremo, dove tra il 1037 e il 1066 visse e morì il santo francese Teobaldo, eremita e confessore. Celsano ebbe nel tempo tanta fama per la salubrità dell'aria e la dolcezza del clima, che qui convennero nel 1428, per salvarsi dalla peste che infuriava nelle Venezie, numerosi e celebri umanisti e letterati veneziani.
Eventi paesani:
Sagra Pilastro a maggio
Festa della birra e della porchetta 2° domenica di giugno, in località Colloredo
Sagra di San Teobaldo 2-3-4-5-6 luglio
Sagra del Rosario e Festa delle Castagne 1° e 2° domenica di ottobre, in località Colloredo
Segreteria:
Tel: 0444.888695
Fax: 0444.888640
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Val Liona
Val Liona
Sede comunale
Piazza Marconi, 1
36040 Grancona (VI)
Sito web: www.comune.grancona.vi.it
Località e frazioni: Pederiva, San Gaudenzio, Spiazzo, Acque e Carbonarolla
Superficie: 12,28 Kmq
Altitudine: 36 m.s.l.m.
Abitanti: 1.877
Origine Toponimo:Il nome Grancona secondo la tradizione deriva da “Granza, Granchè”, che significa terreno coltivato oppure dal francese “grange”, che indica le comunità dei monaci benedettini e cistercensi, che operarono la bonifica del territorio.
Storia: Grancona, posta "sulle sommità de'' monti" e che "fu castello fortissimo", domina la parte superiore della Val Liona laddove il fiume originato dai torrenti e dalle sorgenti che confluiscono in località Acque "per oscuri antri, pertugiandoli, spiccia fuor ne'' campi". La rapidità e l''abbondanza delle acque hanno dato origine nei tempi andati a una fitta concentrazione di mulini. Anche qui nel Medioevo sorgeva un castello vescovile, posto a difesa del territorio e nominato fin dall''anno 1000. Con ogni probabilità esso risale al X° secolo, periodo in cui venne allestito un sistema di fortificazioni allo scopo di proteggere le popolazioni dalle scorrerie degli Ungari e sembra consistesse originariamente nell''incastellamento della chiesa. Nel 1209 vi si rifugiarono i vicentini della fazione guelfa per organizzare il contrattacco contro Ezzelino III il Monaco il quale aveva gravemente sconfitto i suoi avversari. Localizzato il rifugio del partito avverso, Ezzelino cinse d''assedio il castello di Grancona e, espugnatolo, lo distrusse. All''interno del castello di Grancona, da epoca immemorabile, doveva sorgere la Parrocchiale di San Pietro. Ricostruita nel 1530, subì ulteriori restauri fra il 1873 e il 1885 mentre negli anni 1929-1931 fu arricchita di nuo-vi altari. E’ probabile che per ricostruirla siano state utilizzate le rovine del castello, di cui permane evidente l''impronta.
Eventi paesani:
Festa al Capitello degli Arcisi 22 agosto
211° Triduo di Grancona 29 agosto
Segreteria:
Tel: 0444.889522
Fax: 0444.889469
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Piazza Marconi, 1
36040 Grancona (VI)
Sito web: www.comune.grancona.vi.it
Località e frazioni: Pederiva, San Gaudenzio, Spiazzo, Acque e Carbonarolla
Superficie: 12,28 Kmq
Altitudine: 36 m.s.l.m.
Abitanti: 1.877
Origine Toponimo:Il nome Grancona secondo la tradizione deriva da “Granza, Granchè”, che significa terreno coltivato oppure dal francese “grange”, che indica le comunità dei monaci benedettini e cistercensi, che operarono la bonifica del territorio.
Storia: Grancona, posta "sulle sommità de'' monti" e che "fu castello fortissimo", domina la parte superiore della Val Liona laddove il fiume originato dai torrenti e dalle sorgenti che confluiscono in località Acque "per oscuri antri, pertugiandoli, spiccia fuor ne'' campi". La rapidità e l''abbondanza delle acque hanno dato origine nei tempi andati a una fitta concentrazione di mulini. Anche qui nel Medioevo sorgeva un castello vescovile, posto a difesa del territorio e nominato fin dall''anno 1000. Con ogni probabilità esso risale al X° secolo, periodo in cui venne allestito un sistema di fortificazioni allo scopo di proteggere le popolazioni dalle scorrerie degli Ungari e sembra consistesse originariamente nell''incastellamento della chiesa. Nel 1209 vi si rifugiarono i vicentini della fazione guelfa per organizzare il contrattacco contro Ezzelino III il Monaco il quale aveva gravemente sconfitto i suoi avversari. Localizzato il rifugio del partito avverso, Ezzelino cinse d''assedio il castello di Grancona e, espugnatolo, lo distrusse. All''interno del castello di Grancona, da epoca immemorabile, doveva sorgere la Parrocchiale di San Pietro. Ricostruita nel 1530, subì ulteriori restauri fra il 1873 e il 1885 mentre negli anni 1929-1931 fu arricchita di nuo-vi altari. E’ probabile che per ricostruirla siano state utilizzate le rovine del castello, di cui permane evidente l''impronta.
Eventi paesani:
Festa al Capitello degli Arcisi 22 agosto
211° Triduo di Grancona 29 agosto
Segreteria:
Tel: 0444.889522
Fax: 0444.889469
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Villaga
Villaga
Sede comunale:
Via G. Verdi, 32
36021 Villaga (VI)
Sito web: www.comunevillaga.vi.it
Frazioni: Belvedere, Pozzolo e Toara
Superficie: 23,20 Kmq
Altitudine: 45 m.s.l.m.
Abitanti: 1.836
Origine Toponimo: Anticamente Villaga era chiamata col termine latino "Viraga", presente nel Regesto del 1262 e negli Statuti del 1275 e citato in vari documenti della seconda metà del secolo XIII. Secondo la tradizione, il toponimo deriva forse da "viridum", verde, riferito alla conca verde in cui si trova il paese, adagiato ai piedi dei Colli Berici.
Storia: Sul Monte Tondo sono venuti alla luce alcuni reperti dell’età del bronzo inquadrabili, forse, nel sistema dei castellieri del Paleo veneto così diffusi nella zona berico-euganea. Interessanti e diffusi sono i reperti dell’età romana, soprattutto alcuni frammenti di colonne scanalate provenienti dallo scavo di un fossato. Da documenti dei secoli XI° e XIII° Villaga appare compresa nella curia di Barbarano. Da essi si evince inoltre che alla giurisdizione della chiesa vicentina non faceva capo Toara che risulta perciò essere stata curia e giurisdizione a sé, nonostante il vescovo rivendicasse anche su di essa il mero e misto imperio. Non essendo Villaga centro di giurisdizione o di curia, essa era naturalmente sprovvista di un proprio castello. Quando dunque si legge in un documento del 1495 “in Villaga Barbarani, in ora castri” evidentemente ci si deve riferire al cosiddetto castello di Belvedere poi sostituito dalla villa dei Barbarano.
Eventi paesani:
Festa dei Bisi 22-23 maggio, in località Pozzolo
Festa d'estate a Pozzolo 2° domenica di luglio, in località Pozzolo
Sagra di Sant' Anna ultima domenica di luglio e 1° di agosto
Segreteria:
Tel: 0444.886037
Fax: 0444.886731
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Via G. Verdi, 32
36021 Villaga (VI)
Sito web: www.comunevillaga.vi.it
Frazioni: Belvedere, Pozzolo e Toara
Superficie: 23,20 Kmq
Altitudine: 45 m.s.l.m.
Abitanti: 1.836
Origine Toponimo: Anticamente Villaga era chiamata col termine latino "Viraga", presente nel Regesto del 1262 e negli Statuti del 1275 e citato in vari documenti della seconda metà del secolo XIII. Secondo la tradizione, il toponimo deriva forse da "viridum", verde, riferito alla conca verde in cui si trova il paese, adagiato ai piedi dei Colli Berici.
Storia: Sul Monte Tondo sono venuti alla luce alcuni reperti dell’età del bronzo inquadrabili, forse, nel sistema dei castellieri del Paleo veneto così diffusi nella zona berico-euganea. Interessanti e diffusi sono i reperti dell’età romana, soprattutto alcuni frammenti di colonne scanalate provenienti dallo scavo di un fossato. Da documenti dei secoli XI° e XIII° Villaga appare compresa nella curia di Barbarano. Da essi si evince inoltre che alla giurisdizione della chiesa vicentina non faceva capo Toara che risulta perciò essere stata curia e giurisdizione a sé, nonostante il vescovo rivendicasse anche su di essa il mero e misto imperio. Non essendo Villaga centro di giurisdizione o di curia, essa era naturalmente sprovvista di un proprio castello. Quando dunque si legge in un documento del 1495 “in Villaga Barbarani, in ora castri” evidentemente ci si deve riferire al cosiddetto castello di Belvedere poi sostituito dalla villa dei Barbarano.
Eventi paesani:
Festa dei Bisi 22-23 maggio, in località Pozzolo
Festa d'estate a Pozzolo 2° domenica di luglio, in località Pozzolo
Sagra di Sant' Anna ultima domenica di luglio e 1° di agosto
Segreteria:
Tel: 0444.886037
Fax: 0444.886731
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Zovencedo
Zovencedo
Sede comunale:
Via Roma, 1
36020 Zovencedo (VI)
Sito web: www.comune.zovencedo.vi.it
Località e frazioni: San Gottardo e Gazzo
Superficie: 9,08 Kmq
Altitudine: min 300 max 420 m.s.l.m.
Abitanti: 898
Origine Toponimo: L''origine del toponimo viene fatta risalire al nome di Giove, Sede Iovis, mentre altri la ricollegano al sostantivo latino Iugum. Storia: Zovencedo si estende su dodici pendii dei Colli Berici. Sul territorio scorrono numerose acque che danno origine al Liona. Nella frazione di San Gottardo scorre inoltre il torrente Gazzo che, in località Acque di Grancona, confluisce nella Liona stessa. Il paese è d’origine medievale; il suo territorio è appartenuto a lungo all’antica Corte di Barbarano; nel secolo X° fu donato al vescovo di Vicenza dai re Ugo e Lotario di Provenza. Il castello di Zovencedo è citato in un diploma imperiale rilasciato alla chiesa vicentina nel 1158 da Federico Barbarossa. Attorno a questo castello è ruotata la storia del paese: passato ai conti Maltraversi dopo la proprietà religiosa, esso fu degli Ezzelini nel 1316 e più tardi ospitò anche la “Casa del Comune”. Del fortilizio restano tuttora una robusta torre ed alcune adiacenze, ora adibite ad abitazione privata. All’anno 1000 risale la parrocchia di San Nicola a Zovencedo, che dal XII° secolo fu resa autonoma da Barbarano. Dagli archivi di Vienna si ricava, a proposito della piccola chiesa, che almeno fino al 1300 il vescovo di Trento vi inviò sacerdoti di lingua tedesca a celebrare la Santa Messa. Segno della notevole influenza tedesca è testimoniata anche dal nome San Gottardo, santo bavarese morto nel 10387, che i benedettini vollero dare alla chiesetta costruita nel 1400 nell’omonima frazione. L’antica chiesa di San Gottardo fu distrutta e sui suoi ruderi fu costruita nel 1962 la nuova parrocchia. A Zovencedo furono attive per secoli, soprattutto dopo il concilio di Trento del 1545, due confraternite religiose, il Santissimo Sacramento e il Sacro Rosario, che oltre che dell’anima si occupavano delle necessità materiali e spirituali dei fedeli. L’autorità napoleonica però le soppresse nel corso del 1800.
Eventi paesani:
Sagra di Pentecoste ultima domenica di maggio
III° Festa della Pro Loco Alti Berici 1° domenica di giugno, in località San Gottardo.
Segreteria
Tel: 0444.893065
Fax: 0444.893389
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Via Roma, 1
36020 Zovencedo (VI)
Sito web: www.comune.zovencedo.vi.it
Località e frazioni: San Gottardo e Gazzo
Superficie: 9,08 Kmq
Altitudine: min 300 max 420 m.s.l.m.
Abitanti: 898
Origine Toponimo: L''origine del toponimo viene fatta risalire al nome di Giove, Sede Iovis, mentre altri la ricollegano al sostantivo latino Iugum. Storia: Zovencedo si estende su dodici pendii dei Colli Berici. Sul territorio scorrono numerose acque che danno origine al Liona. Nella frazione di San Gottardo scorre inoltre il torrente Gazzo che, in località Acque di Grancona, confluisce nella Liona stessa. Il paese è d’origine medievale; il suo territorio è appartenuto a lungo all’antica Corte di Barbarano; nel secolo X° fu donato al vescovo di Vicenza dai re Ugo e Lotario di Provenza. Il castello di Zovencedo è citato in un diploma imperiale rilasciato alla chiesa vicentina nel 1158 da Federico Barbarossa. Attorno a questo castello è ruotata la storia del paese: passato ai conti Maltraversi dopo la proprietà religiosa, esso fu degli Ezzelini nel 1316 e più tardi ospitò anche la “Casa del Comune”. Del fortilizio restano tuttora una robusta torre ed alcune adiacenze, ora adibite ad abitazione privata. All’anno 1000 risale la parrocchia di San Nicola a Zovencedo, che dal XII° secolo fu resa autonoma da Barbarano. Dagli archivi di Vienna si ricava, a proposito della piccola chiesa, che almeno fino al 1300 il vescovo di Trento vi inviò sacerdoti di lingua tedesca a celebrare la Santa Messa. Segno della notevole influenza tedesca è testimoniata anche dal nome San Gottardo, santo bavarese morto nel 10387, che i benedettini vollero dare alla chiesetta costruita nel 1400 nell’omonima frazione. L’antica chiesa di San Gottardo fu distrutta e sui suoi ruderi fu costruita nel 1962 la nuova parrocchia. A Zovencedo furono attive per secoli, soprattutto dopo il concilio di Trento del 1545, due confraternite religiose, il Santissimo Sacramento e il Sacro Rosario, che oltre che dell’anima si occupavano delle necessità materiali e spirituali dei fedeli. L’autorità napoleonica però le soppresse nel corso del 1800.
Eventi paesani:
Sagra di Pentecoste ultima domenica di maggio
III° Festa della Pro Loco Alti Berici 1° domenica di giugno, in località San Gottardo.
Segreteria
Tel: 0444.893065
Fax: 0444.893389
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